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Amiata: un parco nazionale per l'antico vulcano

Gianni Marucelli

Svetta, imponente, sulla Toscana meridionale, a mezza strada fra il Tirreno e l'Appennino, costituendo, coi i suoi 1734 metri, forse una delle più alte vette d'Italia che non si inseriscano nelle catene montuose alpine e appenniniche.
La forma a cono lo fa intuire, anche da molto lontano, per quel che realmente è: un antico vulcano estintosi milioni di anni fa, che ancora conserva nel sottosuolo fenomeni tipici del vulcanesimo.
Il termalismo, ad esempio, le cui acque erano conosciute già dagli etruschi, e poi sfruttate a fini terapeutici fino ai nostri giorni; la geotermia, utilizzata ormai da decenni per la produzione elettrica; le pericolose pozzolane.
Parliamo del Monte Amiata, amministrativamente suddiviso tra le province di Grosseto e di Siena, e tra molti Comuni che sorgono sulle sue pendici, più o meno tutti situati nella “fascia delle sorgenti”, tra i 700 e i 900 metri di altezza.
Il comprensorio è, per certo, uno dei più interessanti della Toscana, sia per quanto riguarda l'aspetto storico e storico-artistico che per quello prettamente naturalistico.
Per circa un secolo (fino ad anni piuttosto recenti) l'antico cono vulcanico ormai spento è stato universalmente conosciuto per la produzione mineraria del cinabro, elemento da cui si estraeva il mercurio.  Chiuse le miniere, di cui resta il pericoloso retaggio di un inquinamento del suolo ancora irrisolto in alcune zone, fortunatamente molto limitate, la bellissima copertura boscosa del monte (in prevalenza faggete a partire dai mille metri), la presenza di acque termali, la ricchezza rappresentata dagli antichi borghi caratteristici,  pievi, castelli, hanno assicurato a questo territorio una vocazione turistica (anche invernale, per gli impianti sciistici presso la vetta: ma ormaied ormai il suo  l'elemento bianco scarseggia) di tutto rilievo, di cui una delle componenti è anche l'eccellente gastronomia. Purtroppo, le presenze turistiche sono ora limitate ai due mesi della stagione estiva, mentre la montagna meriterebbe ben altra attenzione in tutte le stagioni.
Si è riproposta quindi la marginalizzazione, ormai storica, di questo territorio, la cui importanza è invece cresciuta dal punto di vista ambientale: infatti, esso costituisce un vero e proprio “serbatoio idrico” per la parte meridionale della Toscana, con le numerose sorgenti che danno vita al Fiume Fiora, al Paglia, al Vivo, all'Orcia ecc.
Un patrimonio che va assolutamente difeso: già negli anni Ottanta del secolo scorso si era (invano) parlato della costituzione di un Parco Nazionale dell'Amiata. In questi decenni la finitima Val d'Orcia è stata dichiarata dall'UNESCO “patrimonio dell'Umanità”, ed oggi il suo brand, se vogliamo parlarne in termini commerciali, è universalmente noto.
Adesso, la proposta di tutelare strutturalmente il territorio amiatino è stata ripresa dai Comitati locali, sorti tra la gente per evitare che nuove, imminenti minacce (di cui parleremo in dettaglio in un prossimo articolo) aggrediscano la montagna.
La proposta di costituire un Parco Nazionale viene ora avanzata con l'appoggio scientifico del Comitato Parchi Nazionali e Riserve Analoghe, nato nel lontano 1977 ad opera dello “storico” direttore del Parco Nazionale d'Abruzzo, prof. Franco Tassi, che ne è ancora l'animatore.
Proprio per iniziare una capillare opera di divulgazione di questa proposta, si sono tenuti questa estate una serie di incontri, cui hanno partecipato naturalisti, associazioni ambientaliste, politici e cittadini. Sabato 12 settembre chi scrive ha partecipato all'ultima di queste manifestazioni, portando il saluto della Federazione Nazionale Pro Natura e la formale adesione alla proposta di Parco del Monte Amiata da parte di Pro Natura Toscana, organo di coordinamento delle associazioni Pro Natura della Toscana.
Il prof. Tassi che, instancabile, coordinava l'evento ha manifestato la sua soddisfazione per questa adesione; presto, è previsto lo svolgimento di un vero e proprio Convegno sull'argomento a cui ovviamente saremo presenti.

IL MANIFESTO DEL MONTE AMIATA
VERSO IL PARCO NAZIONALE: PER UNO SVILUPPO DUREVOLE E PARTECIPATO DEL TERRITORIO

L’Amiata è da sempre considerata una delle zone più affascinanti del sud della Toscana.
Ricca di biodiversità possiede uno dei bacini idrici più importanti del centro Italia che rifornisce circa 700.000 utenze, acque calde e centri termali conosciuti e apprezzati in tutta Europa. Ha 5 riserve naturali, siti di interesse regionale e comunitario nelle varie zone a tutela di aree di pregio naturalistico-ambientale; è ricoperta fino alla parte alta del cono vulcanico da una faggeta naturale tra le più significative d’Europa. Ha sviluppato in passato una economia legata al turismo, all’artigianato, ai prodotti locali, agroalimentari. Ha attratto e continua ad attrarre visitatori e turisti non solo per le sue bellezze naturali, ma anche per la sua arte, storia, cultura, borghi medievali, rocche, castelli. È una terra di grande spiritualità, monasteri, chiese, abbazie, eremi; meta di pellegrinaggio (la via Francigena). Possiede rilevanti siti archeologici dal paleolitico agli etruschi; siti di epoca romana.

L’Amiata è definita fin dall’antichità la Montagna Madre per la ricchezza delle sue risorse, la montagna che nutre, accoglie, ristora; apprezzata da Papi, Re, Imperatori. Era candidata in passato dalla Regione Toscana a diventare un Parco Nazionale a tutela e valorizzazione delle enormi risorse ambientali, storiche e culturali.

Come movimenti ecologisti e associazioni del territorio stiamo portando avanti da tempo il progetto del Parco Nazionale del M. Amiata con crescenti adesioni e consensi consapevoli che l’Amiata deve uscire fuori dalla marginalità ed essere al centro di un dibattito regionale e nazionale.

Nonostante i forti vincoli idrogeologici e paesaggistici, la ricchezza di risorse primarie, l’Amiata ha subito e continua a subire aggressioni che stanno mettendo in pericolo l’intero assetto idrotermale, la sicurezza, il paesaggio e stanno indebolendo l’alto pregio naturalistico e culturale del territorio.

L’istituzione del PARCO NAZIONALE DEL M. AMIATA può diventare lo strumento essenziale per valorizzare e tutelare il territorio nonché per coordinare progetti e puntare ad obiettivi più elevati per qualità ecologica e socioeconomica.

COMITATO SALVAGUARDIA AMBIENTE del MONTE AMIATA
AMIATAECO PER UNA NUOVA CULTURA DEL TERRITORIO

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