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Bloccata l'ordinanza "ammazza-lupi"

In data odierna il TAR del Veneto ha depositato il decreto n. 506/2014, con il quale sospende la validità della ordinanza con la quale il Sindaco di Verona, Tosi, aveva autorizzato l’abbattimento dei lupi. Il ricorso era stato presentato dalla LAC (Lega per l’Abolizione della caccia) e dalla Federazione Nazionale Pro Natura tramite gli avvocati Claudio Linzola e Lorenzo Carmelo Platania.
Il lupo è ritornato nel Veneto dopo lunghi decenni di assenza: nel 2012 si sono incontrati in Lessinia una femmina proveniente dalle Alpi occidentali e un maschio di origine balcanica. La coppia si è poi riprodotta, tant’è che oggi si stima la presenza in zona di un numero di lupi di poco superiore alla decina.
La lunga assenza del predatore ha fatto sì che gli allevatori della zona fossero del tutto impreparati al suo ritorno: così si spiegano le predazioni che hanno avuto come bersaglio il bestiame domestico e che hanno giustamente creato non poche preoccupazioni nel mondo pastorale.
Occorre tuttavia ribadire che laddove si attuano misure di prevenzione, quali l’uso di appositi cani da guardiania, l’utilizzazione di recinti e la custodia del bestiame, i danni dovuti al lupo si attenuano fino addirittura ad annullarsi. Certamente aumentano anche i costi per gli allevatori, ma ci pare che l’Ente Pubblico possa decisamente farsi carico di un modesto aggravio di spese a fronte della possibilità del ritorno di un predatore dal significato così simbolico come il lupo: esso è infatti una specie rappresentativa dell’impegno per la conservazione della natura e del rapporto stesso tra uomo e ambiente.
La Federazione Nazionale Pro Natura, in particolare in merito al rapporto con la zootecnia, ritiene che la corretta applicazione di strumenti e modalità gestionali di prevenzione dei danni da predazione costituisca la base di qualsiasi processo di adattamento nella logica della convivenza tra lupo e attività zootecniche. In tal senso qualsiasi forma di indennizzo e sostegno agli allevatori in caso di predazione debba essere vincolata alla reale applicazione di tecniche di prevenzione.
La Federazione ritiene che solo in tal caso l’allevatore che abbia registrato danni da predazione abbia diritto ad un giusto indennizzo pari al 100% dei danni diretti, sommato al riconoscimento dei danni indiretti, e che tale indennizzo debba essere riconosciuto indistintamente nei casi di predazione da parte di lupo, canide sconosciuto o di cane, al fine di non fare gravare sugli allevatori l’eventuale fallimento delle politiche di contenimento del randagismo e dei relativi impatti.
Si stigmatizza infine l’atteggiamento di coloro che vedono nel lupo una possibile fonte di pericolo per gli esseri umani: il lupo, come tutti gli animali, teme l’uomo e cerca di evitare ogni contatto con lui. Infatti, a memoria d’uomo, non sono noti casi di aggressioni.

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