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Il Documento Programmatico

Preambolo

Questo documento rappresenta la linea programmatica della Federazione Nazionale Pro Natura di fronte ai principali problemi di gestione e di salvaguardia dell’ambiente; con esso l’opinione pubblica risulta informata in maniera chiara della posizione della Federazione.
A tale posizione dovranno attenersi tutti coloro che, in varie circostanze, possono trovarsi a parlare in suo nome.
Questo documento in continuità con la Carta di Forlì del 1973 e con gli aggiornamenti del 1981 va considerato e utilizzato nella sua unitarietà.

 

Premesse

L’orientamento naturalistico della Federazione Nazionale Pro Natura costituisce un carattere originario e distintivo; deve essere quindi considerato fondamentale. Adesioni individuali o collettive alla Federazione Nazionale Pro Natura devono essere qualificate non soltanto da interessi scientifici o informativi, ma soprattutto da una coscienza naturalistica nel senso più aderente all’attuale e più valida problematica ecologica. Con pari forza deve essere affermata 1’esigenza di un’apertura verso i grandi problemi non soltanto scientifici, ma anche sociali, propri di una concezione ecologica globale.
Questa esigenza deve impegnare criticamente non soltanto nei confronti degli stati di fatto, ma anche nei confronti delle cause profonde sia storiche che attuali.
Il movimento verde si è fatto in parte forza politica, assorbendo una piccola parte del mondo ambientalista. La presenza nei Governi di un Ministro dell’ambiente è tradizione ormai consolidata.
Tuttavia l’affermarsi di una politica di ecosostenibilità - nonostante la Conferenza Mondiale sull’ambiente di Rio de Janeiro del 1992 ne abbia ribadito l’indispensabilità - è ancora lontano da venire. La Federazione Nazionale Pro Natura conferma la sua scelta per un ecologismo basato su fondanti valori scientifici e su un impegno rigoroso e continuo. Ciò comporta il rifiuto delle azioni mosse dall’obiettivo del facile clamore, spesso accompagnato dall’improvvisazione, dalla ricerca di sponsorizzazioni discutibili, padrinaggi politici e proselitismo quantitativo poco qualificato e qualificante. Allo stesso modo la Federazione Nazionale Pro Natura conferma la scelta federativa come la più aderente alle esigenze di sensibilizzazione e di intervento sul territorio, di democrazia e di autonomia locale, in questo praticando l’invito alla territorializzazione delle politiche ambientali indicata dalla Conferenza di Rio de Janeiro del 1992.

 

Constatazioni di principio

•  L’uomo è parte integrante della natura e non può ritenersi indipendente dalle sue leggi. Può e deve approfondirne la conoscenza per tenerne conto ai fini di una corretta gestione ambientale.

•  L'unico spazio di vita per l'uomo è la biosfera.

•  Lo spazio del pianeta Terra è limitato.

•  Le risorse naturali ed energetiche sono limitate.

•  L’attuale densità ed espansione di popolazione è tale da provocare un eccessivo danno all’ambiente e alle risorse, danno che verrebbe aggravato se, come è auspicabile, migliorassero le condizioni di vita di tutta l'umanità. Ogni ulteriore incremento demografico provocherebbe un aggravarsi della situazione presente, gia critica. L’incremento demografico, pur essendo prossimo alla crescita zero nei paesi industrializzati, risulta ancora a livello planetario in preoccupante aumento e rischia di compromettere il delicato equilibrio tra le risorse del pianeta e la presenza dell’Uomo. Al pari di ogni altra forma di popolazione, anche quella umana ha bisogno di autoregolamentazioni su basi globali in maniera da mantenere la specie in equilibrio con il suo habitat.

•  Nei paesi industrializzati si è affermato un sistema produttivo competitivo che tende ad imporre e propagare un aumento artificioso e indefinito della produzione, correlato con l’aumento dei consumi. Questi vengono artificialmente indotti dall’industria della pubblicità, occulta o palese, che nei paesi industrializzati sta imponendo la sostituzione del mercato di produzione con un mercato di sostituzione.

•  L’attuale produzione basata sull’eccesso dei consumi e sullo spreco, è la maggiore responsabile dello sfruttamento dissennato delle risorse e della produzione di rifiuti in quantità e in qualità incompatibili con le limitate capacita di tolleranza dei sistemi ecologici.

•  Gli squilibri generati dall’aumento della popolazione mondiale, insieme al tentativo di mantenere gli attuali insostenibili livelli di consumo dei paesi industrializzati e di espanderli sui nuovi mercati, non fa che accentuare il divario tra il Nord ricco del mondo e il Sud della fame e della desertificazione.<br>Le stesse dinamiche comportano, all’interno delle singole aree geografiche, il peggioramento delle condizioni di vita degli strati sociali più deboli o emarginati che sono destinati ad aumentare insieme al divario con quelli privilegiati.

•  L’attuale tendenza della popolazione all’inurbamento e al conseguente spopolamento rurale e montano, che nei paesi industrializzati è conseguenza del fatto che il sistema attuale favorisce un eccessivo passaggio dalle attività di produzione primaria (agricoltura) a quelle di trasformazione (industria) e terziarie, aggrava enormemente da un lato il problema ambientale e dall’altro porta a fenomeni di disgregazione sociale nei centri urbani.

•  La soluzione degli attuali problemi ambientali richiede precise scelte politiche e non solo interventi tecnologici. La tecnologia, quando è asservimento della scienza al profitto e propone rimedi settoriali, lungi dal risolvere il problema ambientale, tende ad aggravare il danno globale. Ricerca scientifica e tecnologia non devono essere poste né al servizio del potere economico né di qualsivoglia potere centralizzato, ma essere sotto il controllo diretto della popolazione che deve conoscerne gli indirizzi e poterli modificare nel senso di una rispondenza ai suoi bisogni reali.

•  L’uomo non è al centro dell’Universo e non possiede un diritto illimitato di vita o di morte su quanto lo circonda. È quindi da condannare l’eliminazione di qualsiasi specie vivente non collegata direttamente alla sopravvivenza dell’uomo e la sperimentazione non giustificata da precisi e indispensabili obiettivi. Quando questa non fosse sostituibile con modelli sperimentali alternativi, potrà essere ammessa sotto un rigido controllo capace di impedirne ogni abuso e di dettare precise regole atte a ridurre al minimo l’impatto psicofisico sui soggetti utilizzati.

•  È ormai accertata la progressiva cancellazione della biodiversità che per contro è stato sancito essere uno dei beni irrinunciabili del pianeta: a cominciare dalla continua erosione genetica provocata dalla domesticazione e dal cosiddetto fenomeno del cosmopolitismo, sino alla scomparsa di specie e ambienti naturali indispensabili alla loro sopravvivenza. Grande cautela va suggerita nei confronti delle sperimentazioni e delle ricerche che comportano interventi sul codice genetico e manipolazioni genetiche interspecifiche, che non possono rispondere solo a codici e principi strettamente scientifici, ma vanno sottoposti a regole etiche e morali democraticamente condivise dalla comunità umana.
Ciò sia per i pericoli intrinseci sia peri possibili danni all’ambiente. Per gli organismi geneticamente modificati è opportuno applicare il principio di precauzione e nello stesso tempo segnalare ai cittadini, tramite specifiche etichettature, la presenza di OGM tra i prodotti di consumo.
Allo stesso modo i modelli culturali dominanti tendono a imporsi, portando all’eliminazione totale di ogni espressione culturale divergente, dimenticando che la diversità in campo culturale è, come in natura, elemento di ricchezza da difendere.
In particolare si considera importante la tutela delle comunità alloglotte presenti da secoli sul territorio europeo e nazionale e che costituiscono un’importante testimonianza storica e culturale con accentuata attenzione al loro elemento primario di specificità e identità, la lingua. I diritti delle minoranze vanno ovunque difesi e tutelati come patrimonio dell’umanità.

•  Qualsiasi azione in difesa dell’ambiente deve tener conto di quelli che sono i diritti fondamentali dell’uomo, sanciti dalla dichiarazione universale dei diritti dell’uomo dell’O.N.U.
In particolare diritto fondamentale di ogni uomo é quello di vivere, in ogni momento e luogo, in un ambiente che non comprometta la sua salute fisica e mentale. Nel momento storico in cui sembra affermarsi la globalizzazione dei mercati e della produzione è necessario che la stessa sia accompagnata da analogo fenomeno per i diritti fondamentali dell’uomo compresi quelli sindacali, di tutela dell’infanzia, delle persone disabili e degli anziani, di assistenza sanitaria.
Solo l’affermarsi su scala mondiale delle regole democratiche garantisce un futuro sostenibile in cui l’uomo é messo nelle condizioni di vivere in pace con se stesso e con l’ambiente naturale.

 

Linea d’azione

La Federazione Nazionale Pro Natura ritiene pertanto necessario e urgente impegnarsi sui seguenti punti:

1)  Nelle attuali forme di produzione occorre superare la mentalità economicistica che, trascurando i reali costi socio-ambientali, tende a valutare ogni azione in termini esclusivamente monetari e sempre a breve scadenza. Occorre opporsi alla crescita continua della produzione di tipo consumistico, esigendo che venga sostituita con una produzione finalizzata al soddisfacimento delle reali necessita primarie della popolazione.
In particolare la produzione agricola deve mirare a fornire alimenti sani e genuini evitando |’attuale subordinazione alla logica economica dell’industria, che favorisce l’aumento (talora ingiustificato, giacché porta a surplus che vengono poi perfidamente distrutti) della quantità a danno della qualità e porta all’impiego di tecniche culturali nocive al suolo e alla salute. Vanno quindi scoraggiati soprattutto l’uso eccessivo di prodotti chimici, che provocano inquinamento del suolo e alterazioni nella composizione dei prodotti alimentari, e la meccanizzazione intensiva che richiede un alto consumo energetico e riduce i posti di lavoro. Vanno invece favorite tecniche agrarie più naturali, che cioè non danneggino l’equilibrio ambientale e sfruttino fonti di energia rinnovabili. Occorre inoltre, nei limiti del possibile, evitare l’abbandono dei terreni agricoli marginali e favorirne il recupero se non a fini produttivi, per quelli paesistici e/o ambientali.
Gli stessi criteri vanno applicati al settore zootecnico che va improntato a forme di allevamento rispettose della qualità della vita degli animali, della loro salute e a garanzia della successiva qualità sanitaria dei prodotti alimentari derivati.
È necessario sostituire le tecniche di produzione industriale altamente inquinanti con altre che non danneggino l’ambiente esterno e che non creino ambienti di lavoro nocivi. Quando é possibile occorre riutilizzare tutti i prodotti di rifiuto riducendo, in ogni modo, il consumo di materie prime ed energia. La produzione industriale dovrebbe, infatti, evitare ogni forma di spreco, puntando su prodotti durevoli e di effettiva utilità e sui cicli chiusi delle materie recuperabili e riutilizzabili. Si dovrebbe anche fare un uso limitato di prodotti sintetici. Anche l’uso degli additivi negli alimenti dovrebbe essere limitato a quei prodotti di provata innocuità, e ai casi in cui siano strettamente necessari per la conservazione del prodotto stesso; in genere vanno evitate le manipolazioni non necessarie dei prodotti alimentari. L’industria farmaceutica, in quanto servizio di interesse sociale, non può essere assoggettata a una logica aziendale che risulti essere in contrasto con la salute dei cittadini. I farmaci inutili o di non provata innocuità, dovrebbero essere eliminati e in genere l’abuso dei medicinali, tipico della nostra società, va combattuto. Per contro va incentivata la ricerca nella direzione di terapie e prodotti naturali nonché a una educazione che porti a un uso più ponderato dei farmaci.
È necessario sostenere una politica internazionale per il disarmo, con il progressivo smantellamento dell’industria bellica, la cui produzione provoca effetti negativi sull’ambiente naturale e, oltre ad essere moralmente condannabile, costituisce uno spreco immane di risorse sottratte ad impieghi socialmente utili ed impellenti. Da subito va richiesto lo smantellamento degli arsenali e la rinuncia alle armi nucleari, chimiche e batteriologiche. In particolare é urgente mettere in atto tutte le misure necessarie a decontaminare le regioni del pianeta che sono state o sono oggetto di sperimentazione o attività militari, utilizzando le risorse umane, i mezzi e le strutture per compiti sociali, di protezione civile, di interventi umanitari e di mantenimento della pace in aree del pianeta che sono state e continuano a essere interessate da conflitti. Vanno perseguiti e sperimentati modelli nonviolenti di soluzione dei conflitti, sia attraverso l’educazione degli uomini sia con il riconoscimento di un ruolo primario alla diplomazia e il rafforzamento dei poteri di organizzazioni internazionali come le Nazioni Unite.

2)  Il problema energetico va innanzitutto affrontato riducendo i consumi ed eliminando i troppo numerosi sprechi, sia nel settore civile sia, soprattutto, nel settore industriale, gia nella fase di progettazione degli edifici, mezzi di trasporto e tecniche produttive; nella ricerca e nelle scelte energetiche la priorità va data alle forme di energia rinnovabili. Vanno invece eliminate quelle forme energetiche che, come l’energia nucleare, non sono sufficientemente sicure.
Occorre aiutare sia sotto il profilo finanziario che tecnologico-scientifico i Paesi che decidono la fuoriuscita dal nucleare, per evitare i rischi legati allo smaltimento e allo stoccaggio dei materiali radioattivi che manterranno la loro pericolosità per i prossimi secoli.
Va incoraggiata la produzione autonoma di energia, purché nel rispetto dell’ambiente, ma soprattutto occorre ridurre al minimo possibile i consumi energetici che influenzano pesantemente i fenomeni di riscaldamento del pianeta e come tutte le combustioni favoriscono l’effetto serra.

3)  Occorre giungere a una stabilizzazione del livello della popolazione globale organizzando una vasta campagna di pianificazione familiare, che diffonda la conoscenza dell’attuale situazione, senza però interferire con la libera scelta della coppia. Per quanto riguarda il nostro paese, il raggiunto obiettivo della crescita zero va mantenuto, nel rispetto degli equilibri con lo spazio e le risorse disponibili.
Per la fase di transizione verso un opportuno equilibrio, non vanno incentivati sostegni all’aumento della popolazione, ma interventi a favore della popolazione anziana.
I fenomeni migratori in atto, dovuti a conflitti locali, a problemi ambientali e soprattutto agli squilibri planetari - in cui il 20% della popolazione del Nord del mondo consuma oltre 1’80% delle risorse e dell’energia disponibili - non possono essere affrontati con misure di polizia o con politiche di chiusura. È necessario prevedere politiche locali di sviluppo ecocompatibile che riducano progressivamente, sino a colmarli, gli squilibri esistenti, per garantire pari dignità e pari condizioni di vita a tutti gli uomini. Di queste politiche i paesi del Nord del mondo devono farsi carico sostenendo finanziariamente i progetti locali senza imporre modelli ad essi estranei, ma favorendo lo sviluppo autocentrato.

4)  È necessario giungere ad una pianificazione del territorio che assicuri una tutela reale degli ambienti naturali ancora esistenti e delle specie vegetali ed animali, in modo da garantire anche la conservazione della variabilità genetica. Va disincentivata, fino al divieto, l’introduzione, senza controllo, di specie vegetali e animali non autoctone, di provenienza esotica, che rischiano di divenire infestanti recando gravissimi danni all’ecosistema. L’istituzione di riserve e parchi naturali può essere soltanto un momento all’interno di questa pianificazione in cui va compresa un’opera di reintegrazione degli equilibri naturali. L’eliminazione delle fonti di inquinamento, la reintroduzione di specie animali o vegetali localmente estinte, una rigorosa gestione del patrimonio faunistico che non preveda l’attuale conduzione dell’attività venatoria disancorata dalle disponibilità di risorse faunistiche del territorio, una limitazione dell’attività edilizia a scopo turistico, sono altre condizioni imprescindibili per realizzare un’adeguata politica ambientale. Anche la gestione della fauna ittica va riportata al centro delle politiche ambientali, sia per garantire la rinnovabilità ad una risorsa troppo spesso gestita in maniera incontrollata che ha comportato rarefazione delle specie e diminuzione delle popolazioni, sia per porre rimedio alla grave situazione di inquinamento genetico delle acque dolci interne. Occorre ricercare un rapporto equilibrato tra città e territorio, eliminando le cause della crescita incontrollata dei centri urbani a danno del tessuto rurale maggiormente produttivo.
E pure necessario ricreare nelle città condizioni di vita accettabili attraverso:

•  una riorganizzazione dello spazio urbano che elimini gli squilibri tra le diverse zone della città, ponendo fine al dualismo fra centro, talvolta fortemente privilegiato e sede di attività terziarie, talaltra ghetto di emarginazione, e periferia, ridotta in alcuni casi a zona dormitorio;

•  la creazione di isole pedonali e di spazi verdi realmente agibili e accessibili, con la rimozione delle barriere architettoniche;

•  lo sviluppo dei trasporti pubblici con motori puliti a emissione nulla di gas serra, la riduzione del trasporto privato e la salvaguardia delle esigenze del ciclista e del pedone;

•  il risanamento dei centri storici, che vanno restituiti alla loro funzione abitativa;

•  la creazione dei servizi necessari alla comunità;

•  una distribuzione razionale degli insediamenti industriali e dei posti di lavoro che riduca il pendolarismo, con benefici effetti sul traffico.

5)  Le scelte che riguardano il territorio e la salute devono essere direttamente gestite dai cittadini: questo si può realizzare solo attraverso una informazione effettiva e un decentramento del potere decisionale ed implica la necessità di elevare il livello culturale della popolazione, in modo che tutti possano consapevolmente partecipare alla gestione dell’ambiente, portando il proprio contributo.
Un’adeguata educazione naturalistica, comprendente anche un’educazione alla consapevolezza dei comportamenti nella sfera della sessualità, dell’alimentazione, della salute, della prevenzione dai danni da uso di sostanze a diverso tenore di tossicità (fumo, alcool, droghe, ecc.), è un obiettivo basilare.
La Federazione Nazionale Pro Natura é ben conscia dell’enorme difficoltà di soluzione dei problemi connessi con quanto sopra esposto, e ritiene che sia necessario e urgente agire secondo una politica strategica a lungo termine basata su quanto detto sopra, e una politica tattica a breve e medio termine per l’adozione immediata e il più sollecita possibile di tutti i provvedimenti atti ad eliminare i consumi non essenziali e gli sprechi, a migliorare la distribuzione dei beni, a conservare l’ambiente nell’integrità dei suoi valori.

 

Pertanto le Associazioni aderenti sono tenute a:

•  Promuovere, con mezzi adatti, la diffusione in sede locale dei principi sopra esposti, tenendo ben presente l’importanza che deve assumere l’informazione negli scopi dell’Associazione.

•  Intervenire presso le Amministrazioni e gli Enti locali per promuovere attività ed iniziative conseguenti.

•  Responsabilizzarsi nei confronti dell’ utilizzazione del territorio, studiando mezzi opportuni, sia per segnalare e denunciare gli abusi, sia per salvaguardare le caratteristiche ambientali.

•  Appoggiare le attività non distruttive dell’ambiente, riconoscendo in particolare all’agricoltura ecologicamente sana una importante funzione per la produzione dei beni primari e la conservazione dell’equilibrio del territorio.

•  Constatato che dalla illegalità e dal furbesco aggiramento delle leggi nascono i maggiori danni all’ambiente, si sottolinea la necessità per le Federate di rendere incisiva la loro azione esigendo dalle Istituzioni la trasparenza degli atti come presupposto irrinunciabile alla tutela dell’ambiente.

•  I rapporti con le altre associazioni ambientaliste saranno improntati a chiarezza e indipendenza nella prosecuzione della linea di totale autonomia da condizionamenti ideologici, politici, religiosi, di moda, di opportunismo che la Federazione ha sempre seguito.

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