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La maggiori associazioni ambientaliste oggi a Montecitorio per incontrare Bersani

“C’E’ BISOGNO DI UNA SVOLTA VERDE PER RILANCIARE L’ITALIA”

Incontro con Bersani che punta su un Programma d’Attacco

Comunicato ufficiale in allegato (.pdf al fondo della pagina)

“Se, come detto dall’onorevole Bersani, il nuovo Governo deve definire un ‘Programma d’attacco’, per rilanciare il Paese si deve puntare decisamente sul Green Deal, su una Svolta per un’economia verde e rigenerativa che  deve costituire il fulcro dell’agenda del futuro Governo, valorizzando gli elementi di forza (parchi, biodiversità, patrimonio culturale, produzioni di qualità), garantendo una roadmap verso il 100% di energie rinnovabili, un programma di piccole e medie opere immediatamente cantierabili per il risanamento e la manutenzione del territorio e una ri-conversione ecologica  del nostro apparato produttivo che ricomprenda i costi ambientali per evitare che le minacce e i danni ambientali provocati dalle produzioni inquinanti ricadono sui cittadini e mettano a rischio anche gli asset di forza del Paese”, così commentano le maggiori associazioni ambientaliste CAI – Club Alpino Italiano, FAI – Fondo Ambiente Italiano, Federazione Pro Natura, Greenpeace Italia, Legambiente, Touring Club Italiano, WWF che hanno avuto un incontro questa mattina dalle 13.00 alle 14.00 a Montecitorio con l’onorevole Pierluigi Bersani, che ha ricevuto il mandato esplorativo dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Apprezziamo che per la prima volta nella storia repubblicana si chieda un incontro anche con le associazioni ambientaliste, riconoscendo loro un ruolo fondamentale nel contribuire con la tutela dell’ambiente, della biodiversità e dei beni culturali alla ricchezza della nazione”, aggiungono le maggiori associazioni ambientaliste, che hanno consegnato un sintetico documento su 10 temi 1.Energia e clima; 2. Trasporti e infrastrutture; 3. Consumo del Suolo, 4. Difesa del Suolo, 5. Bonifiche, 6, Biodiversità e aree protette, 7. Beni culturali e paesaggistici, 8. Turismo e ambiente, 9. Ministero dell’ambiente, 10. Diritti e delitti ambientali (vedi scheda di approfondimento in coda).

Le maggiori associazioni ambientaliste chiedono, anche, di dare piena attuazione alla Strategia Nazionale della Biodiversità, approvata nell’ottobre 2010, che stenta a decollare e di fissare un termine entro il quale approvare la nuova generazione dei Piani paesaggistici, che attendiamo dal gennaio 2010. Occorre che il Governo si occupi organicamente di Patrimonio culturale, della sua conservazione (tutela e cura), fruizione (turismo culturale) e ri-produzione di cultura”.

Le maggiori associazioni ambientaliste chiedono più coraggio nella ri-conversione ecologica dell’economia: “Il presupposto della Green Economy è la decarbonizzazione dell'economia e non quella di creare un "settore verde. – commentano le maggiori associazioni ambientaliste e aggiungono: “In questo senso, le proposte a breve presentate nel Programma di Governo dell’on. Bersani, ampiamente condivisibili nello specifico, vanno inserite in un quadro nuovo che preveda la progressiva fuoriuscita dalle fonti fossili. E' necessario rivedere in quest'ottica la "Strategia Energetica"da poco approvata dal governo uscente: eliminare progressivamente l’uso del carbone e dell'olio combustibile nel settore elettrico, fermare le trivelle a mare, garantire strumenti efficaci e snelli alle rinnovabili per uno scenario 2050 a zero emissioni di CO2. Anche nel settore delle grandi opere si chiede chiarezza: si deve definire un Piano nazionale per la mobilità che serva a dare risposta ai gravi problemi di congestione e di inquinamento delle nostre città, abbandonare il Primo programma delle infrastrutture strategiche, che costituisce (con le sue 390 opere in elenco per 375 miliardi di euro) un’ipoteca per il futuro economico-finanziario e ambientale del Paese.”

 

Segue:
Scheda di approfondimento “Punti per una ri/conversione ecologica del Paese”

Roma, 25 marzo 2013

 

Scheda di approfondimento:

PUNTI PER UNA RI/CONVERSIONE ECOLOGICA DEL PAESE

INCONTRO CON L’ON. PIERLUIGI BERSANI DEL 25 MARZO 2013

Quelle che vengono descritte qui di seguito sono alcune delle principali priorità individuate dalle maggiori associazioni ambientaliste CAI, FAI, Federazione Pro Natura, Greenpeace Italia, Legambiente, Touring Club Italiano, WWF tra le 80 proposte e 12 filoni tematici che sono stati illustrati nel Documento pre-elettorale “Agenda ambientalista per la Ri/Conversione ecologica del Paese”.

ENERGIA E CLIMA – Confermare misure immediatamente applicabili quali gli sgravi del 55% per l’efficienza energetica degli edifici, ma nel contempo definire anche il quadro complessivo di intervento attraverso la convocazione di una conferenza energetica nazionale che veda la partecipazione delle organizzazioni non governative e abbia  come obiettivo la revisione della Strategia Energetica Nazionale, approvata recentemente con decreto interministeriale. Revisione basata su due assi di intervento/obiettivi: 1. l’Obiettivo del 100% Rinnovabili al 2050 definendo una strategie di transizione che porti all’abbandono progressivo delle centrali alimentate con combustibili fossili,  procedendo subito a non costruire nuove centrali a carbone ed ad olio combustibile e rinunciando a al piano di trivellazioni petrolifere off shore; 2. la definizione di una Roadmap nazionale di Decarbonizzazione e di uso efficiente delle risorse per i settori di produzione dell’energia elettrica, dei trasporti, dell’industria e dei servizi che sostengano  la Green Economy.

TRASPORTI E INFRASTRUTTURE – Procedere subito: 1.  con tutti gli atti necessari  alla liquidazione della Stretto di Messina Spa e alla caducazione dei rapporti concessori, convenzionali e contrattuali con il GC Eurolink, 2. ad un dibattito pubblico che porti ad individuare priorità di intervento per il potenziamento delle linee ferroviarie esistenti alternative alla trasversale ad AV a cominciare dalla Torino-Lione (come sta già avvenendo sull’asse Venezia-Trieste da parte del commissario governativo Bartolo Mainardi); 3. ad emendare l’art. 1 della Legge Obiettivo, l. n. 443/2001, laddove stabilisce che il Primo programma sia “automatica integrazione”  del Piano Generale dei Trasporti e della logistica. In un quadro di più ampio respiro rivedere profondamente le procedure derivanti dalla Legge Obiettivo garantendo sedi di confronto tecnico, l’informazione e la partecipazione della cittadinanza e  definire un Piano nazionale della mobilità che superi il Primo Programma delle infrastrutture strategiche (lievitato in maniera incontrollata tra il 2001 e il 2012 dai 125,8 miliardi di euro ai circa 375 miliardi di euro attuali) e abbia come priorità l’intervento organico nelle aree urbane, il riequilibrio modale dalla strada alla ferrovia in particolare per le merci e la riduzione delle emissioni di gas serra.

CONSUMO DEL SUOLO – Dal punto di vista delle modifiche puntuali alla normativa attuale: 1. definire una diversa modulazione del contributo di costruzione di cui all’art. 16 del DPR n. 380/2001 (Testo Unico Edilizia)  in grado anche di premiare la riqualificazione statica e energetica del patrimonio edilizio; 2. reintrodurre il vincolo di destinazione del contributo di costruzione. escludendo che sia utilizzato per il finanziamento della spesa corrente. Dal punto di vista della innovazione normativa: a) elaborare una nuova legge di governo del territorio, che aggiorni la normativa urbanistica ferma al 1942, pervenire ad una legge sul contenimento per via normativa del consumo di suolo, non solo agricolo (partendo dal recente disegno di legge proposto sul tema dal ministro delle Politiche Agricole) e b) introdurre una imposta selettiva  che disincentivi il consumo di nuovo suolo su aree esterne al già insediato e sui beni paesaggistici ai sensi del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, D.lgs. n. 42/2004.

DIFESA DEL SUOLO – Sollecitare subito le Autorità di distretto a rilanciare i Piani di Assetto Idrogeologico (ex L.183/89), redatti dalle Autorità di bacino nazionali, approfittando della necessità di applicare la direttiva “alluvioni”, 2007/60/CE, anche e soprattutto per favorire azioni per una politica di adattamento ai cambiamenti climatici. Avviare la realizzazione, in collaborazione con le Autorità di Distretto, di un Piano pluriennale per la manutenzione del territorio e l’adattamento ai cambiamenti climatici. Il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare calcola che ci sia bisogno di 2,6 miliardi di euro l’anno per 15 anni per garantire la tutela e il ripristino degli equilibri idrogeologici ed ambientali.

BONIFICHE – Definire una strategia nazionale per garantire l’avvio concreto degli interventi di bonifica attraverso un’azione coordinata con le Regioni competenti (anche in relazione agli interventi non d’interesse nazionale) ed una messa in mora dei soggetti che ai termini di legge hanno l’obbligo di procedere ai ripristini ambientali ed alla messa in sicurezza dei siti contaminati. Infine, va ripristinato il reato di “omessa Bonifica”, previsto a suo tempo dall’art. 51-bis del  Decreto legislativo n.22/1997 – c.d “Decreto Ronchi” che è stato sostanzialmente abrogato dall’art. 257 D.Lgs. n. 152/2006 e va cancellato il “condono” introdotto di fatto dall’art. 2 della legge n. 13/2009.

BIODIVERSITA’ ED AREE PROTETTE – Garantire subito nei provvedimenti di spesa, a partire dalla Legge di Stabilità,  fondi sufficienti al funzionamento dei parchi terrestri e delle aree marine protette e organizzare la Terza conferenza nazionale delle aree protette in un quadro di certezze per la governance dei parchi nazionali e regionali. Operare perché si proceda alla progressiva integrazione degli obiettivi  la Strategia Nazionale sulla Biodiversità approvata nell’ottobre 2010 con la programmazione nei diversi settori economici.

BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI – Per quanto riguarda i beni culturali, bisogna seguire le indicazioni date dal Presidente della Repubblica agli Stati generali della cultura il 15.11.2012. Occorre  che il Ministero si occupi anche di cultura, di produzioni e di turismo culturali, oltre che di beni e di attività culturali, e bisogna al più presto reintegrare i Comitati tecnico-scientifici recentemente aboliti, rendendo monco il Consiglio Superiore.  Il  Ministero è in una situazione comatosa, pur avendo una capacità di spesa per investimenti di circa 500 milioni. Dispone per quest’anno di solo 90 milioni per mantenere e restaurare l’intero patrimonio: meno di un quinto di quanto è in grado di spendere in un anno. Servono, quindi, urgentemente almeno altri 200 milioni per permettere di compiere le sue funzioni ordinarie. Bisogna poi bloccare il taglio imminente di una cinquantina di soprintendenti e prevedere l’assunzione in tre anni di un migliaio di unità con varie qualifiche. Servono, poi, agevolazioni fiscali riguardo all’Iva, all’imposta sui redditi e alle sponsorizzazioni. I servizi aggiuntivi devono essere a breve reimpostati. E’ consigliabile consentire ai privati di dare il loro contributo progettuale, previsto d’altra parte nei codici dei beni culturali e dei lavori pubblici. Fondamentale è anche il rapporto con le Università, previsto nel progetto per Pompei, e che andrebbe sistematicamente adottato. Infine, per quanto riguarda il paesaggio, è da ricordare che nessun piano paesaggistico è stato fino ad ora approvato congiuntamente da Ministero e Regioni. Manca infatti nel Codice un limite di tempo per ottemperare a quest’obbligo di legge. Ciò si raccorda con la proposta della  legge quadro nazionale per limitare l’uso dei suolo a fini costruttivi.

TURISMO E AMBIENTE – Per definire una visione Paese e far crescere qualitativamente l’offerta e, dunque, per rendere l’Italia più competitiva sul mercato internazionale, si chiede un Piano nazionale per la qualità per consentire alle imprese di riposizionarsi e di sperimentare progetti di rete che impegnino gli operatori in percorsi condivisi e di crescita comune rispettando e promuovendo quelle attività innovative che valorizzano le vocazioni dei territori. Bisogna anche dedicare grande attenzione allo sviluppo del settore turistico del Mezzogiorno affrontando i problemi del buon uso del territorio, della criminalità e della sicurezza e del migliore impiego delle risorse derivanti dalla nuova programmazione dei fondi strutturali 2014-2020.

MINISTERO DELL’AMBIENTE – Si deve bloccare la progressiva liquidazione  del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare portando il suo bilancio annuale dagli attuali 450 milioni ad almeno 700 milioni di euro l’anno, per consentire di avere le risorse sufficienti per finanziare anche interventi in particolare nel settore della difesa del suolo. Si deve istituire inoltre un’Agenzia nazionale autonoma per i controlli ambientali, che svolga a questo fine attività ispettive, analitiche e di ricerca sul campo e coordini un sistema integrato di agenzie ambientali.

DIRITTI E DELITTI AMBIENTALI – Si ritiene che si possa procedere a breve alla tutela penale dell’ambiente avendo come riferimento la proposta elaborata nella XV Legislatura dalla Commissione Bicamerale sul ciclo dei rifiuti, che aveva visto il consenso delle diverse forze politiche. Inoltre, se la legislatura avrà respiro si ritiene opportuna la introduzione, tra i principi fondamentali della Costituzione, del diritto alla tutela dell’ambiente da declinarsi, oltre che come diritto soggettivo, anche in termini di dovere, specie nei confronti delle successive generazioni.

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