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Arcipelago Toscano: il ritorno della foca monaca

Gianni Marucelli

Il Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano, ai primi di settembre scorso, ha allietato gli amanti della natura con un'ottima notizia: la conferma, testimoniata da un breve video realizzato a infrarossi, del ritorno della rarissima foca monaca (Monachus Monaschus) all'Isola di Capraia, proprio nella grotta che da essa prende il nome.
Situata sul versante occidentale, il più aspro, e quindi impossibile da raggiungere via terra, la cavità ha costituito nei secoli un rifugio sicuro per questo pinnipede, non tanto però da metterlo al riparo dalle incursioni dell'uomo, che lo ha perseguitato sia in quanto “concorrente” dei pescatori locali, sia in ragione della sua appetibilità come animale “da circo”, facilmente addestrabile.

Se la foca monaca era ormai assente da vari decenni dalle isole dell'Arcipelago Toscano, pur tuttavia gli avvistamenti in anni recenti non mancavano: presso l'Isola del Giglio, ad esempio.
Ma, almeno da due anni, essi riguardavano principalmente Capraia; la presenza dell'animale è stata dapprima accertata dalla visita di una ricercatrice alla Grotta, poi dall'analisi del materiale biologico reperito , naturalmente “in assenza” dell'inquilino, e infine dal posizionamento di una telecamera agli infrarossi nell'oscurità dell'anfratto, che ha permesso le eccezionali riprese senza interferire con la tranquillità dell'animale (le immagini sono facilmente reperibili su Internet).
Il tratto di costa era comunque già stato inibito a qualsiasi natante, con provvedimento del Parco.

La foca monaca in passato era diffusa in tutto il Mediterraneo: deve il suo nome al colore bruno del mantello, assai simile a quello del saio di un monaco. Come tutte le foche, è agilissima in acqua quanto impacciata nei movimenti a terra; tuttavia, ha bisogno di luoghi tranquilli a riva per mettere al mondo e allattare i suoi cuccioli.
Di dimensioni notevoli, il maschio può raggiungere e superare 300 kg. di peso, con una lunghezza di oltre i due metri; è una creatura che nel mare trova il suo habitat ideale. È in grado di immergersi a 90 metri e oltre di profondità, non solo per cacciare le sue prede, ma anche per riposare a lungo in apnea.
In Italia la si trovava non solo in Sardegna e presso le isole minori, ma più o meno su tutta la costiera, sia tirrenica che adriatica, dove ancora oggi ogni tanto si segnalano avvistamenti.

La specie, secondo la UICN, è ad alto rischio di estinzione: si calcola che gli individui presenti nel bacino del Mediterraneo (soprattutto nelle isole greche e sulle coste della Turchia) non superino le settecento unità; la situazione è resa ancor più critica dal fatto che non esistono più colonie vere e proprie, ma solo gruppi familiari in cui i giovani, raggiunta l'età adulta, vanno poi “in dispersione”, con scarse possibilità di trovare nuovi gruppi ai quali aggregarsi.
La compromissione degli habitat, marini e ancor più terrestri, è tra le cause fondamentali della rarefazione della specie; verso la fine degli anni '70 del secolo scorso, si supponeva che l'estinzione della foca monaca fosse prossima, da prevedere all'inizio del nuovo millennio.
Fortunatamente, così non è stato. È probabile che i calcoli relativi alla consistenza numerica della specie fossero errati, ma è anche vero che l'attenzione della comunità scientifica verso questi mammiferi marini e la loro tutela si è di molto accresciuta.
Certamente, episodi come quello riportato dalla Gazzetta Patria di Firenze, uscita sabato 13 dicembre 1766, che narrava come un Vitello di mare fosse stato catturato nei pressi di Capraia e portato in dono al Granduca (ma morì prima di raggiungere la capitale), non avvengono più. Così come nelle isole toscane non esistono più “cacciatori specializzati nella cattura di foche”, che comunque hanno operato nella prima metà del '900 e ci hanno lasciato la descrizione della cattura di una “mamma foca” col suo piccolo, da commuovere anche il cuore più indurito...

Le foche partoriscono in autunno: sarebbe meraviglioso se, prima o poi, la “nostra” foca capraiese ci facesse una bella sorpresa!

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