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Socia della

Comitato Tecnico Faunistico-Venatorio Nazionale (CTFVN) - Organo non inutile, molto peggio, dannoso

di Roberto Piana
Vicepresidente di PAN - Pro Natura Animali odv

 



L’art. 8 della Legge n. 157/1992 – legge quadro sulla caccia - aveva istituito presso il Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste il Comitato Tecnico Faunistico-Venatorio Nazionale quale organo consultivo, rinnovabile ogni 5 anni, per tutto quello che concerne l’applicazione della stessa legge. Un ingombrante carrozzone infarcito di amici della caccia che il Governo Monti aveva abolito, quale “ente inutile”, con l’art. 12, c.20, del d.l. 95/2012, trasferendone le competenze agli uffici ministeriali.

L’originario CTFVN era costituito da  30 componenti:
    • 3 rappresentanti del Ministero dell’Agricoltura;
    • 3 rappresentanti del Ministero dell’Ambiente;
    • 3 rappresentanti della Conferenza delle Regioni;
    •  il Direttore dell’INFS (ora ISPRA);
    • 7  rappresentanti delle associazioni venatorie nazionali riconosciute (un rappresentante per ogni associazione: Federazione italiana della caccia, Associazione migratoristi italiani, Associazione nazionale libera caccia, ARCI-Caccia, Unione nazionale Enalcaccia pesca e tiro, Ente produttori selvaggina, Associazione italiana della caccia - Italcaccia);
    • 3 rappresentanti delle associazioni degli agricoltori;
    • 4 rappresentanti delle associazioni di protezione ambientale presenti nel Consiglio nazionale per l’Ambiente;
    • 1 rappresentante del Consiglio internazionale della caccia e della conservazione della selvaggina;
    • 1 rappresentante dell’Ente Nazionale Protezione Animali;
    • 1 rappresentante del Club Alpino Italiano;
    •  rappresentante dell’Unione zoologica nazionale;
    • 1 rappresentante dell’Ente nazionale per la cinofilia.

Il Comitato era presieduto dal Ministro dell’Agricoltura e delle Foreste o da un suo rappresentante.
In venti anni di vigenza poco o nulla è stato prodotto da questo carrozzone pro attività venatoria.

Con l’insediamento di questo nuovo governo di centrodestra il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, On. Francesco Lollobrigida, unico essere senziente del pianeta, se ci atteniamo alle sue dichiarazioni, ha avuto la bella pensata di ricostituire il CTFVN modificandone i componenti. La legge 29 dicembre 2022 n. 197 “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale 2023-2025”, legge “monster” composta da  21 articoli e diversi allegati, al comma 453 (di 903 commi!), ha consentito al Ministro la possibilità, in un’ ottica di risparmio e razionalizzazione, di resuscitare il CTFVN “con facoltà di modificarne altresì la composizione”.
Attraverso l’approvazione di tre diversi decreti (D.M. n. 0263986 del 22/05/2023, D.M. n. 0404254 del 01/08/2023 e D.M. n. 0217305 del 15/5/2024) il Ministro ha resuscitato il  Comitato in formato ridotto con solo 17 componenti. Scendono da 7 a 3 i rappresentanti delle associazioni venatorie. Arci-caccia, esclusa dal nuovo CTFVN ha fatto ricorso al TAR, ma ha perso la causa. Il Ministro ha nominato un solo rappresentante delle associazioni di protezione ambientale in luogo dei 4 precedenti: Vincenzo Stabile, esponente del GRE (Gruppo Ricerca Ecologica), già componente del Consiglio nazionale dell’Ambiente, ente che aveva cessato di esistere il 25/7/2012. Il mondo ambientalista sicuramente non si può sentire rappresentato. Naturalmente nessuna delle Associazioni di protezione ambientale presenti a livello nazionale  trova spazio nel nuovo semi-carrozzone. Forse perché troppo ostili a questo governo che ha dichiarato guerra alla fauna. Rimane solitaria come unica voce scientifica quella del Direttore dell’ISPRA, ente statale di consulenza per Stato e Regioni. Le ragioni della politica sicuramente prevarranno sulle indicazioni della scienza. Sulle indicazioni dell’etica, poi, meglio non parlarne. Anche questo semi-comitato resta infarcito da amici della caccia e della politica imperante.  La prima riunione del nuovo CTFVN si è svolta il 22/09/2023.  
Invitiamo a leggere l’intero articolo che compare sul sito del WWF e che condividiamo in toto :
https://www.wwf.it/pandanews/ambiente/il-governo-dei-cacciatori-rinuncia-alla-scienza/

Troviamo tra l’altro scritto:
“La ricostituzione del Comitato rientra, infatti, in una complessa azione messa in atto dal Governo, che punta a realizzare tutti i desideri del mondo venatorio e che sta portando alla sostanziale demolizione delle fondamentali norme che fino ad oggi hanno garantito la tutela della fauna selvatica. Ciò avviene attraverso il ricorso a forzature normative e ad una narrazione ideologica basata sul concetto che la natura è pericolosa e deve essere gestita dall’uomo a suon di fucilate.”
Invitiamo tutti i cittadini amanti della natura e degli animali a non arrendersi e a continuare a sostenere le associazioni che impegnano risorse ed energie per salvare il salvabile su questo pianeta devastato.

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