Accordo tra Province di Trento, Bolzano e Regione Toscana contro il Lupo
La Federazione Pro Natura ha preso nota del singolare accordo, in tema di lupi, tra le province autonome di Bolzano e di Trento e addirittura la regione Toscana, aree geografiche che poco hanno in comune in termini faunistici, soprattutto per quanto riguarda la presenza e la diffusione del Lupo.
L’accordo prevederebbe una richiesta comune da inoltrare all’Unione Europea di deroga della Direttiva Habitat (92/43 CEE) recepita dall’Italia con DPR dell’8 Settembre 1997 n.357 che inserisce il Lupo nell’allegato D, specie prioritaria che richiede norme di protezione rigorosa; il lupo, per altro è inserito anche nelle convenzioni di Berna (allegato II: specie particolarmente protetta) e Washington (allegato II: specie potenzialmente minacciate).
Un eventuale piano di controllo che possa prevedere anche gli abbattimenti contrasta decisamente sia con le normative nazionali (Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e del prelievo venatorio) 157/92, che comunitarie e internazionali che l’Italia ha firmato. Confligge, inoltre, con l’attribuzione che la Costituzione riserva allo Stato in merito alla proprietà e alla gestione delle specie faunistiche, non delegabile dunque ad amministrazioni periferiche.
Nelle Province autonome di Trento e Bolzano la presenza del Lupo è ancora abbastanza sporadica e di recente colonizzazione: dunque si tratta di una specie che al momento non produce impatti significativi sul patrimonio zootecnico o su altri settori.
In Toscana il Lupo è ben diffuso e stabile; tuttavia, è proprio grazie alla diffusione e stabilità che perdura da decenni che ha favorito in alcune aree, come quelle delle Foreste Casentinesi, una convivenza con l’uomo e le sue attività, grazie a misure in grado di limitare l’impatto sulle specie allevate abbassando così il livello di conflittualità.
La politica di gestione faunistica della Regione Toscana non è nuova a iniziative eclatanti, prive di fondamento scientifico. La legge obiettivo del 2016 di contenimento del numero di ungulati non ha certo dato i risultati propagandati dall’Amministrazione e in particolare dall’Assessore Marco Remaschi; infatti, in 20 mesi di applicazione della Legge, a fronte di un numero di abbattimenti rilevante (184.774 cinghiali, 27.135 caprioli, 993 cervi, 2.456 daini e 217 mufloni, per un totale di 215.575 capi) non è riuscita a contenere il numero e neppure a limitare la loro diffusione. Non si trascuri di considerare che il Lupo è uno dei principali predatori di ungulati e che una sua eventuale riduzione avrebbe ricadute anche sul numero di questi ultimi.
L’impressione che si trae da questo accordo è che prevalga l’attenzione alle prossime elezioni regionali assecondando le richieste dei settori di opinione pubblica più ostile, alimentando il livore e lo schiamazzo di piazza a vantaggio di un approccio razionale e condiviso.
La Federazione nazionale Pro Natura si appella pertanto alla competenza tecnica e alla sensibilità del Ministero dell’Ambiente perché si opponga con gli strumenti in suo possesso per contrastare questa scellerata richiesta che, qualora accolta, non potrà essere in grado di risolvere alcun problema faunistico ma al contrario creerà ulteriore lacerazioni all’interno dell’opinione pubblica, inducendo reazioni estremiste, prive di qualsiasi validità e supporto scientifico.