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Le dune, un ambiente in via di estinzione

Bruno Massa
già Professore di Entomologia, Università di Palermo

Uno degli ecosistemi più fragili del Mediterraneo è quello delle coste sabbiose, dune ed ambienti retrodunali, che, particolarmente in Italia, può essere considerato in via d’estinzione, con le specie che lo abitano. Chi ha visitato negli anni ’70-80 del secolo scorso le coste sudorientali della Sicilia, tra la provincia di Caltanissetta e quella di Ragusa, e dovesse ritornarci oggi, non potrebbe assolutamente riconoscere i luoghi un tempo caratterizzati da splendide dune, profonde centinaia di metri, coperte da una fitta e caratteristica vegetazione, un vero e proprio ‘patrimonio naturale inestimabile’. Il 10 agosto 1973 il giornalista Bazzoni aveva scritto un bell’articolo nel Corriere della Sera, parlando proprio degli ambienti dunali della Sicilia: «Una costa, quella tirrenica è irrimediabilmente perduta, quella jonica si sta perdendo, quella meridionale non si deve perdere. È doloroso dirlo, ma in un Paese che non sa governare il proprio territorio, la sopravvivenza di aree naturali dipende poco da una scelta consapevole, molto dalla mancata scoperta da parte degli speculatori e molto dalla miseria degli abitanti». Queste parole potevano applicarsi bene a qualsiasi regione meridionale d’Italia; sono passati cinquant’anni e l’emergenza ambientale è certamente oggi più esasperata di allora perché le aree naturali esteticamente appetibili sono state scoperte e la miseria quasi non è più di casa in Italia. E la situazione delle tre coste siciliane è cambiata, nel senso che la più devastata dall’abusivismo e dalla serricoltura è proprio quella meridionale.

Oggi quei luoghi sono ricoperti prevalentemente da chilometri quadrati di plastica, sotto cui sono coltivati ortaggi per gran parte dell’anno, sono soggetti ad altissimo inquinamento di natura chimica per l’uso più o meno necessario di fitofarmaci e hanno perso qualsiasi richiamo estetico, anche per il materialista più convinto. Le aree meno vocate alla serricoltura sono ricoperte da case, costruite senza un disegno logico, prodotto di un incontrollato sfruttamento delle risorse naturali ed un’inattesa disponibilità economica derivante dalla produzione serricola. Quei luoghi possono essere considerati un emblema della degradazione ambientale; è vero che i conti correnti locali si sono rimpinguati, ma questo vale anche per chi sfrutta la foresta amazzonica. Nel 2002 è stato stampato uno dei Quaderni Habitat editi dal Ministero dell’Ambiente dal titolo ‘Dune e spiagge sabbiose’. Nell’introduzione Paolo Audisio scriveva: «Le spiagge e le dune costiere e subcostiere e gli ambienti umidi limoso-sabbiosi retrodunali e litoranei ad esse spesso associati rappresentano, su scala mondiale, ecosistemi tra i più vulnerabili e più seriamente minacciati». Il libretto riportava già numerose allarmanti informazioni sulla richiesta di uso improprio delle dune e delle spiagge da parte dell’uomo, soprattutto per il dilagante turismo di massa che ha interessato l’Italia già dalla fine del secolo scorso.
 
Eppure almeno tre tipi di dune presenti in Italia sono considerati habitat prioritari dalla Direttiva Habitat 92/43; poiché rischiano di scomparire, l’Unione Europea ha una responsabilità particolare. Molti di questi sono rientrati nei Siti di Interesse Comunitario, oggi definitivamente dichiarati Zone Speciali di Conservazione. Mettere sigle agli ambienti non servirebbe a nulla se dietro non ci fosse l’impegno degli Stati membri di tutelare quegli habitat; eppure molte dune vengono placidamente spianate dalle ruspe ogni anno, dietro incarico da parte di alcuni Comuni, che hanno interesse a far crescere il turismo a casa loro. La tutela ambientale è all’ultimo posto nella testa degli amministratori locali, loro badano solo alle entrate per il Comune.  
E non basta; negli ultimi anni sono stati realizzati nelle spiagge persino concerti. Nel 2019 e nel 2022 il cantante Jovanotti ha organizzato il Jova Beach Party, un tour di concerti in diverse spiagge italiane. La giornalista Sabrina Giannini ha scritto un competente attacco contro questa iniziativa, spiegando che è ipocrita far passare per green questa iniziativa distruttiva di ambienti naturali. Inoltre ha fornito informazioni supplementari sugli sponsor organizzatori e sul ‘falso green’ che li caratterizza. Nel 2019 durante il Jova Beach Party di Rimini è scomparsa una delle poche coppie di fratino Charadrius alexandrinus, un uccello limicolo considerato a rischio; su questo Jovanotti ha ironizzato alla radio, mostrando scarsa sensibilità. Lo stesso Jovanotti su Facebook ha definito ‘econazisti’ tutti quegli ambientalisti contrari ai suoi concerti in spiaggia. Sulla problematica è intervenuto autorevolmente anche Mario Tozzi, noto geologo e divulgatore scientifico, in una lettera aperta indirizzata proprio a Jovanotti e pubblicata su La Stampa, in cui correttamente ha sostenuto che ‘i concerti con cinquantamila persone non sono sostenibili da alcun sistema naturale’.

A distanza di 50 anni, l’editoriale di Fabio Modesti del 13 settembre 2023 del Corriere del Mezzogiorno, pubblicato a Bari, riporta ancora tristi notizie: la legge regionale pugliese n. 32/2022 dà in concessione le dune ai privati gestori di stabilimenti balneari, con la giustificazione che i Comuni con le proprie risorse non riescono a tutelarle. Tuttavia la stessa legge destina ai Comuni 100 mila euro nel 2023 per la medesima finalità. Spesso capita che nelle amministrazioni pubbliche la mano destra non sa cosa sta facendo la mano sinistra!
Esistono numerose liste rosse di specie in via di estinzione; nella maggior parte dei casi la minaccia dipende dalla degradazione dell’habitat. Forse sarebbe meglio realizzare una graduatoria degli habitat in via di estinzione, perché distruggendo questi si distruggono anche le specie vegetali e animali che vi vivono.

E ancora Valentino Valentini nella rivista Ambiente & Salute ed Enrico Galiano nel sito web Il Libraio.it hanno fatto presente che in questo caso vi sono effetti a cascata diretti e indiretti: quelli diretti si possono sintetizzare nel calpestio della spiaggia e di tutte le sue componenti animali e vegetali da parte di migliaia di piedi, quelli indiretti sono rappresentati dal messaggio di indifferenza verso la natura, di diseducazione verso i giovani, di errate priorità che si condensa in una perdita di speranza di cambiare realmente qualcosa nella mentalità dei giovani. L’educazione ambientale certamente i giovani non la ricevono nelle scuole e nella maggior parte delle università, i messaggi di indifferenza e di mancato rispetto verso la natura sono continui, cosa possono recepire i più giovani, come possono capire cosa è corretto e cosa non lo è? In risposta Jovanotti ha promesso che riprenderà i tour nelle spiagge nel 2024; c’è già una fila di Comuni disposta a ospitarlo.
Purtroppo, come si diceva sopra, i Comuni sono impegnati a fare cassa e non fanno granché a favore dell’ambiente, per cui in genere intervengono alcuni movimenti ambientalisti, definiti da chi non ha argomentazioni scientifiche ‘esponenti del radicalismo ambientalista’ o peggio ‘radical-chic’, espressione usata nel 2022 persino da un ministro della Repubblica Italiana. I movimenti ambientalisti sono additati dai politici come quelli che sono contrari a tutto, che dicono sempre di no; è ovvio che se la domanda posta è irricevibile la risposta sarà sempre no, lo capirebbe anche un bambino.

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