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12 Associazioni nazionali chiedono una riforma della politica agricola comune dell'Unione Europea per un'agricoltura in grado di riconciliare economia e politica

Riportiamo di seguito il testo di un comunicato congiunto di ASSOCIAZIONE  ITALIANA  AGRICOLTURA  BIOLOGICA  –  ASSOCIAZIONE  PER  L’AGRICOLTURA BIODINAMICA  –  FONDO  AMBIENTE  ITALIANO  –  FEDERBIO/UNIONE  NAZIONALE  PRODUTTORI BIOLOGICI  E  BIODINAMICI  –  FONDAZIONE  ITALIANA  PER  LA  RICERCA  IN  AGRICOLTURA BIOLOGICA  E BIODINAMICA  –  ITALIA  NOSTRA  – LEGAMBIENTE  –  LIPU-BIRDLIFE  ITALIA  –  PRO NATURA – SOCIETA’ ITALIANA ECOLOGIA DEL PAESAGGIO – TOURING CLUB ITALIANO – WWF ITALIA per una riforma della politica agricola europea. Comunicato ufficiale in allegato.

 
La crisi economica colpisce  l’agricoltura europea già provata da una profonda crisi strutturale,  in Italia le aziende sono calate in 10 anni del 32,2% e il loro reddito del 25,3%. I dati sull’ambiente in Europa evidenziano una crisi generalizzata anche della biodiversità e il consumo di suolo agricolo negli ultimi sessant’anni, un milione e mezzo di ettari dei  terreni più fertili  in  Italia, mette a rischio anche  la sicurezza alimentare. Questa crisi è  il punto di arrivo di un modello di sviluppo non più sostenibile per modalità di produzione e di consumo. 
 
Gli  aiuti  distribuiti  fino  ad  oggi  alle  imprese  agricole  dall’Unione  Europea  attraverso  la  propria Politica  Agricola Comune  (PAC)  hanno  favorito  produzioni  intensive  ad  alto impatto  ambientale senza garantire la loro sostenibilità economica. Le aziende che hanno ricevuto la maggior parte dei fondi  comunitari  sono  infatti  quelle  di  grandi  dimensioni,  monoculturali,  che  producono  merci indifferenziate ma che realizzano un reddito netto più basso.
 
Le aziende agricole che  reggono meglio  l’impatto della crisi sono  invece  le aziende diversificate, multifunzionali, che realizzano attività  innovative per  la costruzione di un modello di produzione e consumo basato sulla sostenibilità ambientale,  in grado di garantire efficienza economica, equità sociale, tutela e valorizzazione delle risorse naturali e del paesaggio. 
 
Ci  troviamo di  fronte ad un paradosso:  le  imprese che hanno sostegni dalla PAC non hanno futuro sul piano economico e  le  imprese che  invece possono avere un  futuro non hanno sostegni. La riforma della PAC per il periodo 2014 – 2020, in discussione al Parlamento europeo, deve affrontare questo paradosso. 
 
La strada maestra che ci viene  indicata dagli scenari attuali è di puntare  in modo deciso sull’agricoltura  biologica  e  biodinamica,  sulla  diversificazione,  la  sostenibilità  e  la multifunzionalità.
 
La crisi strutturale nella quale siamo immersi impone di dare una priorità assoluta nell’uso delle  risorse  pubbliche  ad  obiettivi  pubblici  come  la  salvaguardia  dell’ambiente,  i  servizi sociali nelle aree rurali, la creazione di nuova occupazione per i giovani.

Promuovere e sostenere le imprese agricole multifunzionali, ad alta intensità di lavoro, è la strada migliore per perseguire questi obiettivi.
 
Per questi motivi  rivolgiamo un appello al Governo  italiano ed al Parlamento europeo per una  autentica  riforma  “verde”  della  PAC  in  grado  di  assicurare  un  futuro  sostenibile all’agricoltura italiana ed europea.

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