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Il Verde (è) urbano

Sofia Filippetti

“Verde urbano”. Una definizione come questa sembra già un ossimoro, non è vero? Una contraddizione. Un elemento naturale accostato al termine artificiale per antonomasia, il colore delle foglie accanto al grigiore del cemento, le piante e le loro sembianze cangianti contrapposte agli spigoli delle architetture… Elementi che, a pensarci così, in maniera superficiale e strettamente etimologica, faticano a star bene assieme, che stonano – troppo differenti, troppo distanti, quasi inconciliabili. Eppure, se ci guardiamo attorno, dentro le nostre città, ogni elemento naturale è assimilabile al concetto di “verde urbano”, ed è sempre coesistito con la vita umana: antichi egizi, babilonesi, poi i greci, i romani, gli orti medievali, i giardini romantici, fino ad arrivare ai giorni nostri. Per “verde urbano”, infatti, si intende tutto quel che è effettivamente verde, i viali alberati, i parchi e i giardini, siano essi pubblici che privati, il verde attrezzato, le aree boscate… e così via. Il verde urbano, la sua gestione e disponibilità, è sempre stato connesso alla bellezza del contesto cittadino ed alla sua vivibilità in senso stretto e in senso lato. Sì, perché dobbiamo ricordarcelo molto più spesso di quanto già non facciamo: senza il verde, non c’è vita, non c’è la vita degli organismi aerobi, che hanno bisogno di ossigeno, non c’è la nostra vita.

Definire la complessità e la raffinatezza dei meccanismi biochimici, fisiologici, biologici, e di conseguenza delle caratteristiche e delle attività che le piante svolgono, è tutto fuorché semplice. Esseri affascinanti e di difficile interpretazione e studio ai nostri occhi, sono ancora poco conosciuti, nonostante tanto si sappia e si continui a scoprire. Tuttavia, ad oggi, per permettere una maggiore consapevolezza della loro importanza, insita nella loro stessa essenza, nel loro funzionamento, si parla di “servizi ecosistemici”. I servizi ecosistemici sono, sostanzialmente, la caratterizzazione delle funzioni ecologiche ed ambientali delle strutture verdi, che ci permettono di quantificare e definire in termini a noi più vicini, concreti, monetari, l’attività che questi organismi verdi e quieti svolgono. Dal singolo filo d’erba al viale alberato nella sua interezza, è possibile calcolare e prendere tangibilmente atto di ciò che le piante ci offrono. Tra esse si annoverano una gran quantità di azioni sottili e meravigliose, che permettono l’intero funzionamento del microcosmo e del macrocosmo di cui facciamo parte: stoccaggio del carbonio atmosferico, rimozione degli inquinanti atmosferici, regolazione della temperatura, protezione idrogeologica, capacità di infiltrazione delle acque piovane, protezione e fiorire della biodiversità, benefici a livello sociale e sanitario, produzione agricola, impollinazione…

Allora vien da sé l’immensità della importanza del verde e di quanto sia vitale il suo legame con l’urbano.
Grazie ai meccanismi biochimici e biologici insiti nelle piante, infatti, si ha la produzione di ossigeno, fondamentale elemento per la nostra sopravvivenza, oltre al sequestro di CO2 e di altri inquinanti troppo spesso prodotti ed immessi nell’aria dall’uomo (tra cui ricordiamo il PM, vale a dire il particolato atmosferico, principalmente presente nelle zone urbane), definendosi a tal modo un motore indispensabile anche per la depurazione dell’aria. Servizio ecosistemico, questo, che ha delle ricadute estremamente importanti e positive sulla salute umana: gli inquinanti aerei, infatti, essendo inalabili e respirabili, possono penetrare nei nostri polmoni, raggiungendo anche le profondità dell’apparato respiratorio, provocando, come già ampiamente dimostrato da numerosi studi scientifici, la possibilità di sviluppare malattie ed altre problematiche. Grazie all’azione delle piante, la concentrazione degli inquinanti è notevolmente ridotta nell’aria, diminuendo quindi in modo sensibile la possibilità di sviluppare effetti sanitari negativi. Si tratta, insomma, di una purificazione, di una pulizia dell’aria del tutto naturale e gratuita offerta dal verde, che in ambito urbano è ancor più spiccata, arrivando ad una riduzione della concentrazione del particolato atmosferico del 7-24% entro i 100 metri, oltre ad un considerevole sequestro della CO2 atmosferica locale.

Altra capacità delle piante è quella di ridurre la temperatura dell’ambiente circostante. Le città vengono definite come “isole di calore”, ovvero dei territori che, a causa dei materiali di cui sono principalmente composti, assorbono in maniera particolare la radiazione solare (basti pensare a quanto scotti l’asfalto esposto al sole in piena estate…), oltre al fatto che, per le loro caratteristiche costruttive, possono condizionare i flussi d’aria e di acqua, definendo a conti fatti un innalzamento della temperatura media urbana, che può essere fino  a 6°C superiore rispetto alle zone rurali. Gli alberi, con le loro chiome e la loro fisiologia, permettono una regolazione del microclima urbano attraverso l’evapotraspirazione (cioè l’insieme della traspirazione e della evaporazione, il passaggio dell’acqua, allo stato di vapore, dal terreno all’aria), offrendo ombra ed aumentando l’albedo (ovvero il potere riflettente di una superficie, per cui maggiore è l’albedo e minore sarà la radiazione solare assorbita da un determinato materiale); regolazione che, dunque, ha un effetto protettivo verso le ondate di calore con tutte le conseguenze negative, tra cui i colpi di calore a cui è esposta la popolazione umana.

Oltre ciò, vanno citate la protezione idrogeologica e la capacità di infiltrazione delle acque piovane, elementi indispensabili in uno scenario caratterizzato da piogge intense, che, attraverso la riduzione del deflusso diretto delle acque meteoriche, permettono una mitigazione importante degli eventi alluvionali, sempre più frequenti anche alle nostre latitudini, i quali possono avere una ricaduta importante a livello della popolazione umana.

In qualità di elemento fondante e fondamentale dell’habitat, poi, anche in ambito urbano, il verde permette la protezione e la promozione della biodiversità, offrendo le condizioni favorevoli alla sopravvivenza di diversi animali, come l’avifauna, gli insetti, i piccoli mammiferi, e, tramite l’incontro con l’umano, in questo contesto decisamente più frequente, consente lo sviluppo di una sensibilità e percettività circa l’importanza di preservare e proteggere tutte le specie viventi dalle diverse minacce.

Importanti sono inoltre i benefici sociali, anch’essi con una enorme ricaduta a livello sanitario, in quanto il verde urbano è di per sé occasione di incontro e di convivialità, oltre che uno stimolo al movimento e ad uno stile di vita attivo e, come dimostrato da diversi studi scientifici, importante per la salute mentale (interessante, inoltre, è la correlazione tra ambito naturale e maggior resa scolastica nei bambini presentanti ADHD, acronimo di “Disturbo da Deficit di Attenzione Iperattività”).

Dimentichiamoci dunque l’idea che il verde urbano sia semplicemente un arredo, un suppellettile della città: grazie alle sue caratteristiche, alle sue capacità ed alle attività che svolge in maniera continua, elegante e silenziosa, esso accompagna e plasma l’ambiente nel quale viviamo, rendendolo adeguato a livello ecologico, igienico-sanitario, sociale, psicologico, economico, oltre che piacevole per quel che concerne l’ambito estetico e paesaggistico!
Il verde in ambito urbano deve essere presente, anche adottando un’ottica di prevenzione e protezione della popolazione umana, soprattutto se si considerano gli elevati livelli di inquinamento e gli scenari che si prefigurano sempre più drammatici e frequenti, influenzati dal cambiamento climatico.
Ma è importante adottare uno sguardo che non sia unicamente egoistico, antropocentrico ed utilitaristico, perché il verde in ambito urbano deve essere presente, sì, ma deve anche essere curato. Curato in maniera adeguata e rispettosa, poiché se noi umani siamo vulnerabili alle alterazioni climatiche ed ecosistemiche, anche le piante lo sono, con malattie che si diffondono più velocemente a causa delle condizioni ambientali che favoriscono la diffusione, la presenza e una maggiore capacità di azione dei patogeni (temperature più alte sono correlate a cicli di sviluppo più efficienti per diversi patogeni) e dall’importazione accidentale di essi, con il manto stradale che non permette l’adeguato sviluppo delle loro radici per la ricerca dei nutrienti, con le difficoltà di crescita, le radici che non attecchiscono bene al terreno, la riduzione degli impollinatori e quindi la difficoltà nella riproduzione, la alterazione delle caratteristiche ambientali necessarie alla sopravvivenza, l’impossibilità di svilupparsi adeguatamente a causa dello spazio stretto, i continui stress dovuti al disturbo antropico… Dobbiamo proteggere, rispettare e piantare tutto il verde possibile, compreso quello urbano, soprattutto quello urbano, perché senza di esso mancherebbe il reticolo ed il respiro dell’intera città…

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA
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