La vittoria di Arborea contro le trivelle
“La nostra ricchezza è sulla terra, non nel sottosuolo”, queste le conclusioni dei cittadini di Arborea.
Nel 2009 la Giunta Regionale della Sardegna, guidata da Ugo Cappellacci, concede alla Saras spa, (Saras Raffinerie Sarde spa, fondata nel 1962 dai Moratti e tuttora sotto il loro controllo) il permesso di effettuare la ricerca di idrocarburi nell'ambito del cosiddetto progetto Eleonora, nel territorio tra Oristano ed Arborea. La Sardegna è da anni presa di mira per investimenti energetici, energia che tra l’altro per oltre il 46% viene esportata (dati Terna 2014).
La Saras chiede nel 2011 di effettuare trivellazioni, per la ricerca di gas metano, a meno di 200 metri dall'area umida protetta di S. Ena Arrubia, posta nel retroterra del Golfo di Oristano, popolata da una ricca avifauna e tutelata come SIC e ZPS.
L’11 luglio 2016 il Consiglio di Stato, con la sentenza n. 03059/2016, boccia definitivamente l'istanza avanzata dalla Saras contro la sentenza del TAR Sardegna, che in base ad una valutazione di impatto ambientale aveva negato l’autorizzazione a realizzare il nuovo pozzo esplorativo.
Il comitato "No al progetto Eleonora" ha fatto battaglie per 5 anni. Una delle principali attiviste del Comitato, la biologa Manuela Pintus, è stata eletta sindaco di Arborea nel 2015.
Il comitato è stato sostenuto da agricoltori, allevatori, pescatori, operatori turistici e culturali, ed ha raccolto consensi in diverse zone della Sardegna, anche al di fuori degli specifici ambiti comunali.
Si è creato un movimento trasversale che ha fatto la Marcia della Terra nel 2013, la manifestazione a Capo Frasca nel 2015 contro le basi militari, nel comune di Gonnosfanadiga contro la realizzazione di una centrale termodinamica su terreni agricoli.
Alla base della protesta la critica al modello di sviluppo energivoro ed industriale che ha preso piede nell’isola a partire dagli anni sessanta.
La sentenza del Consiglio di Stato richiama tra l’altro l’importanza del paesaggio come bene comune, la cui alterazione è controproducente anche se l'intervento è posto al di fuori dai confini delle aree protette.
La Saras è stata momentaneamente sconfitta, ma il progetto Eleonora rimane, e i Moratti hanno altre concessioni per la ricerca di idrocarburi, con l’appoggio del Governo regionale e nazionale (tra l'altro ad Arborea, al recente referendum sulle trivelle, si è ampiamente superato il quorum).
La protesta di questi ultimi cinque anni ha portato anche a riflessioni sull’uso del territorio e su di un modello economico che punti a valorizzare le produzioni locali (agricoltura, pesca, allevamento), le aree protette, i siti archeologici, senza nascondersi come sia lunga e complessa la strada per limitare il fabbisogno di energia da fonti fossili.