L'Agogna Morta
Si tratta di un'area umida che comprende la lanca omonima, meandro abbandonato del torrente Agogna in seguito a opere idrauliche sull'alveo realizzate alla metà degli anni Cinquanta. E' situata tra Basso Novarese e Lomellina, nei Comuni di Borgolavezzaro (NO) e Nicorvo (PV) e rappresenta l'ultimo ambiente di questo tipo lungo il percorso piemontese del torrente Agogna.
Il territorio inizialmente si estende per circa 6 ettari, acquisiti dalla locale federata della Pro Natura, l'Associazione culturale Burchvif di Borgolavezzaro.
Il progetto di un Laboratorio di ecologia all'aperto e osservatorio faunistico è andato avanti con lavori di sistemazione e di bonifica che si sono posti l'obiettivo di restituire, al terreno all'interno della lanca e alle rive, una copertura arborea il più vicino possibile alla vegetazione originaria, nonché a proteggerlo da ogni forma di disturbo che ostacoli la ricostruzione dell'habitat originario.
Dalla primavera del 1991 è iniziata la sperimentazione volta alla ricostruzione di un querco-carpineto planiziario padano per il quale sono stati assunti a modello il Bosco di Agognate e il Bosco di Cusago.
Tutto il materiale impiegato per la ricostituzione delle vegetazione arborea e arbustiva proviene da zone limitrofe e pertanto obbedisce a tutti i possibili criteri di "ecotipicità".
Nel lavoro scientifico di rinaturalizzazione dell'area sono state previste alcune aree staccate piantumate con qualche albero da frutto per favorire la presenza di fauna ornitica frugivora ed è stato realizzato un interessante vivaio che ha permesso di salvaguardare il patrimonio genetico delle specie presenti in zona.
La fauna è presente con numerose specie di mammiferi, di anfibi, rettili e sauri nonché con le tipiche specie dell'avifauna acquatica quali airone cinerino, nitticora, tarabusino, gallinella d'acqua, germano reale ecc..
Gli insetti popolano l'area con centinaia di specie; da segnalare la presenza di un coleottero, il Carabus clathratus, ormai piuttosto raro per la Pianura Padana.
L'area è stata attrezzata con cartelli didattici che indicano contenuti e caratteristiche dell'oasi e norme di comportamento per la sua visita.
Il progetto, per la sua serietà scientifica ha ottenuto importanti riconoscimenti tra cui l'inserimento nei "Cento progetti più verdi d'Italia " del Premio Carnia Alpe Verde nel 1995 e il Premio Rolex 1996.