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Orvieto e Tuscania contro l'eolico, a rischio storia e paesaggio

(AdnKronos) Tutti d'accordo sulle rinnovabili, ma mettereste mai un impianto fotovoltaico sul Colosseo? O delle pale eoliche nella Valle dei Templi? A porre la questione sono i sindaci di Tuscania e Orvieto che, sostenuti da ben tredici associazioni, lanciano l'allarme per il rischio che si realizzino due impianti eolici incompatibili con l'ambiente, il paesaggio e la storia di due luoghi di pregio: davanti alla chiesa di San Pietro a Tuscania e vicino al Duomo di Orvieto.
Niente contro l'energia rinnovabile, anzi, specificano i due sindaci, non è l'energia pulita ad essere in discussione, ma la mancata armonizzazione tra le tutele che derivano dagli articoli 9 e 32 della Costituzione, ed è per questo che lanciano al ministero per i Beni e le Attività Culturali, alle Regioni Lazio e Umbria, un appello da Roma, dove si sono incontrati oggi presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati: adottare gli strumenti necessari per impedire i progetti eolici di Tuscania e Orvieto, tutelando la bellezza e la storia di questi luoghi.
I primi cittadini e le 13 organizzazioni chiedono che l'Italia si doti di regole certe per regolare il rapporto tra impianti per le energie rinnovabili e il territorio, in modo che le vicende di questi due Comuni siano l'occasione per trovare finalmente l'auspicabile e giusta conciliazione tra le esigenze del paesaggio e della biodiversità e le preoccupazioni altrettanto legittime riguardanti la questione climatica.
"La nostra è la città del Duomo, emblema stesso del comune, il progetto degli impianti fotovoltaici è un'inutile barbarie che rischia di danneggiare in maniera irreversibile la visuale di uno dei duomi più belli d'Italia - dichiara Giuseppe Germani, sindaco di Orvieto - e questo accade in un momento in cui stiamo investendo milioni di euro in bellezza, paesaggio e turismo".
Nel caso di Orvieto, il progetto in fase di Via prevede la realizzazione sul Monte Peglia di due impianti di mega eolico per un totale di 18 torri alte 150 metri, ma anche ettari di cemento armato e nuove strade da realizzare nei boschi, km di cavidotti e di elettrodotti in zone fino ad ora intoccate.
Lo sfregio al panorama, denuncia il Comune, sarà visibile oltre che sullo sfondo del Duomo di Orvieto, da Perugia (Piazza d'Italia), da Todi (Chiesa della Consolazione) fino a 50 km di distanza, da 150 comuni. I consigli comunali di San Venanzo, Parrano e Orvieto, che sarebbero coinvolti dagli impianti, si sono pronunciati più volte contro questa "mega-industrializzazione della montagna".
Dello stesso avviso Fabio Bartolacci, sindaco di Tuscania, "la Maremma del viterbese", come la definisce lui. "Abbiamo già adottato una delibera in Consiglio per dire no al progetto eolico e per chiedere alla Regione Lazio di legiferare in materia", aggiunge il primo cittadino.
Le associazioni che sostengono i due sindaci e l'appello sono Amici della Terra, AssoTuscania, Cts, Comitato per la Bellezza, Fai, Italia Nostra, Legambiente, Lipu-BirdLife Italia, Mountain Wilderness, Pro Natura, Forum Salviamo il Paesaggio, Touring Club Italiano, Wwf.

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