La Federazione nazionale Pro Natura esprime grande preoccupazione per i decreti attuativi del Federalismo demaniale approvato con grande enfasi prima in bicamerale e poi dal governo.
Il rischio, neppure tanto ipotizzato, è quello di assistere nei prossimi anni ad una devastazione di settori ambientali rilevanti e ad una alterazione irreversibile di aree naturali fondamentali e di settori paesaggisticamente pregevoli.
Il passaggio di aree naturali importantissime come 5150 km di spiagge, 550 chilometri quadrati di laghi, 1300 km di fiumi, miniere e ben un milione di ettari di terreni agricoli e molto altro agli enti locali non può che destare appetiti speculativi su dei settori che in passato ne sono rimasti, almeno in parte al riparo.
Le prime dichiarazioni dei politici, questa volta praticamente con schieramenti trasversali, hanno messo in rilievo la necessità di una “valorizzazione” di questi beni immobili trasferiti alla gestione degli enti locali i quali a loro volta, potranno darli in gestione e cederli a privati per appianare i loro bilanci.
Il termine valorizzazione può assumere significati differenti, tuttavia in questo caso l’unico significato è quello di dare valore economico a queste proprietà che comuni, regioni e province, si troveranno a gestire.
La Federazione Pro Natura teme pertanto che gli enti locali, nuovi proprietari di questi beni, assediati da problemi di bilancio gravissimi, saranno legittimati a mettere mano ai loro nuovi gioielli più pregevoli come le spiagge, i laghi o i fiumi per appianare e far fronte alle incombenze di bilancio.
Spiagge, laghi, fiumi, aree agricole, che in passato, proprio perchè appartenenti allo Stato, erano difficilmente raggiungibili dalla speculazione locale, vengono ora a trovarsi molto, troppo vicini, agli appetiti speculativi locali.
In un tessuto sociale e politico, spesso condizionato da affari illegali, Pro Natura ritiene che il rischio concreto nei prossimi anni sia quello di mettere in mano alle bramosie fameliche di speculatori beni collettivi che dovrebbero essere patrimonio pubblico e perciò inalienabili e indisponibili.