15 Associazioni per la difesa dell'ambiente marino e degli animali, si uniscono per denunciare gli impatti delle attività di ricerca ed estrazione di idrocarburi liquidi e gassosi nel Mar Mediterraneo.
Oltre alla Federazione nazionale Pro Natura e alla federata Pro Natura Mare Nostrum, troviamo le principali associazioni animaliste ed ambientaliste italiane, come ENPA, Animalisti Italiani, LIDA, Comitato Parchi Italia, ed anche importanti enti che si occupano di ricerca sull'ecosistema marino e sui Cetacei, come il Centro Studi Cetacei, Ketos, Aeolian Dolphin Research, Centro Ricerca Cetacei, Bottlenose Dolphin Research Institute, Istituto per gli Studi sul Mare. Inoltre sottoscrivono il documento alcune delle più note associazioni internazionali sempre in prima linea con le loro campagne di attivismo per la protezione e conservazione della Biodiversità marina, come Oceana, Sea Shepherd Conservation Society e The Black Fish.
Da questo fronte comune è nato un documento che spiega in dettaglio le ragioni del dissenso. All'inizio viene illustrato l'impatto delle attività di ricerca, estrazione e coltivazione di idrocarburi sull'ecosistema marino con particolare attenzione verso i Cetacei. Questi mammiferi marini, occupando il vertice della catena trofica, rappresentano una specie sentinella della salute del mare. Attraverso il bioaccumulo e la magnificazione concentrano nei loro tessuti tutti gli inquinanti presenti nel mare i quali, nella maggior parte degli episodi di spiaggiamento, rappresentano una costante concausa di morte. Infatti dall'iniziale attività di prospezione, attraverso tecniche ad alto impatto acustico che disturbato il particolare sistema uditivo e di orientamento dei delfini e delle balene, fino all'attività estrattiva vera e propria da una piattaforma permanete, con sversamento a mare e in atmosfera di inquinanti, queste attività sono la causa di danni irreversibili a breve e soprattutto a lungo termine, che pagheremo caro anche sulla nostra pelle. Per queste ragioni a questa specie di particolare rilevanza biologica, come previsto dalla normativa nazionale e comunitaria, si deve offrire tutta la tutela e la salvaguardia necessarie a favorire un monitoraggio costante per la conservazione dell'intero ecosistema marino come fonte di salute e benessere del cittadino e fattore centrale dell'economia del turismo e della pesca.
Il testo prosegue con l'elenco di una serie di considerazioni per mostrare come negli Studi di Impatto Ambientale delle Società Petrolifere proponenti i progetti di ricerca di petrolio e gas, siano svalutati o assenti alcuni aspetti fondamentali alla sicurezza dello svolgimento dell'attività per evitare, in linea con un principio precauzionale, quegli impatti che vanno a danneggiare l'ambiente, considerato nella sua globalità. Tra queste considerazioni troviamo: l'assenza della trasparenza e cronologia delle operazioni, l'assenza di una attenta e approfondita valutazione di tutti gli impatti ambientali (chimico, atmosferico, acustico etc. etc.), l'assenza di studi approfonditi sulla presenza di Cetacei nelle aree oggetto dei progetti di ricerca, l'assenza della valutazione di tutta la regolamentazione che tutela e protegge l'ecosistema marino e i Cetacei etc. etc.
Questo testo è stato inviato ai Ministeri della Repubblica Italiana e ai principali Enti preposti al monitoraggio e al controllo di queste attività e dei loro impatti (ISPRA, ARPA, Comando Generale delle Capitanerie di Porto etc. etc.), per richiedere di valutare attentamente e di analizzare con accuratezza questi aspetti prima di rilasciare i permessi di ricerca ed estrazione. Solo operando in linea con tali considerazioni e rispettando un principio precauzionale si potrà assicurare la salvaguardia di una Biodiversità marina, sempre più minacciata, la tutela dell'ecosistema marino, il rispetto delle attività legate al turismo e alla pesca, fulcro dell'economia marittima italiana, e naturalmente la difesa della salute pubblica. Di fatti viene sottolineato come rilasciare autorizzazioni alle Compagnie petrolifere, senza valutare attentamente tutti questi dati, significa giocare pericolosamente d'azzardo contro un ecosistema in cui i Cetacei vivono da sempre e con danni annunciati che si rifletteranno inevitabilmente sulla vita di tutti i cittadini che vivono nel Mediterraneo.
Il testo rappresenta un piccolo passo verso un reale e concreto impegno da parte delle Istituzioni edelle Autorità per la protezione dell'ecosistema marino e conservazione della Biodiversità, spesso tutelati solo sulla carta. L'Italia e l'intero bacino Mediterraneo possiedono un patrimonio naturalistico UNICO, che deve essere conservato e salvaguardato come risorsa inestimabile di vita, salute e sviluppo ecosostenibile.
Se qualche Associazione volesse unirsi nel firmare il documento e nel partecipare a questa campagna, in linea con le tematiche sopra descritte, può comunicarlo mettendosi in contatto a questo indirizzo mail: docdolittle@hotmail.it
Si ringraziano Giuseppe Notarbartolo di Sciara, Marco Affronte, Maddalena Jahoda, Giovanni Di Guardo, Giovanni Bearzi, Sandro Mazzariol, Gianni Pavan, Franco Tassi, Carmelo Nicoloso, Ilaria Giangrande e Fabrizia Arduini.
Comunicato in allegato