No ad abbattimenti di lupo in Piemonte. È questa la risposta del Ministero dell'Ambiente alla richiesta di valutare l'opportunità di una deroga - per la legislazione comunitaria e italiana il lupo è specie a protezione assoluta - partita dall'Assessorato Agricoltura della Regione Piemonte nello scorso mese di ottobre. Secondo il parere tecnico dell'ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) allegato al documento ministeriale, interventi di contenimento del lupo in Italia sono prematuri, e per il momento i conflitti tra l'uomo e il predatore vanno affrontati tramite politiche di prevenzione e compensazione dei danni.
L'ISPRA esprime grande apprezzamento per gli interventi fin qui programmati dalla Regione Piemonte, che si segnalano quale "modello di riferimento particolarmente avanzato a scala nazionale". Il pronunciamento del Ministero si inserisce in un dibattito sulla gestione del lupo che le elezioni amministrative del prossimo marzo hanno reso particolarmente acceso. La recente pubblicazione del "Report 2009" del Progetto Lupo Regione Piemonte mette a disposizione di chiunque sia interessato i dati necessari per affrontare il problema con cognizione di causa:
http://www.regione.piemonte.it/agri/osserv_faun/dwd/dati/carnivori/report.pdf
Complessivamente sulle montagne piemontesi sono presenti una cinquantina di lupi. Negli ultimi anni il numero si è stabilizzato; una diminuzione è stata registrata al termine dell'inverno 2008-2009. Per contro è cresciuto il numero di branchi (ciò sta a indicare che spesso il gruppo è formato da una sola coppia) con occupazione di nuovi territori (Val Grana e Valle Maira, ad esempio). Il ricambio all'interno di ogni branco è notevole, a dimostrazione di una elevata mortalità, da attribuirsi, oltre che a cause naturali, a investimenti stradali e soprattutto ad avvelenamento. I lupi "piemontesi" predano cervi, caprioli, mufloni, cinghiali, e con il tempo hanno affinato la tecnica di caccia anche nei confronti del camoscio, ungulato fino a non molto tempo addietro colpito solo saltuariamente. Durante la stagione dell'alpeggio gli attacchi sono in parte rivolti alle greggi e talvolta a vitelli di pochi giorni lasciati incustoditi. Nell'estate 2009 in tutta la Regione si sono registrate 376 vittime per predazioni di lupo o di cani vaganti. La realtà con più problemi è quella della Provincia di Cuneo, con 264 capi di bestiame persi (cifra comunque ben lontana da quella di recente circolata su giornali e siti web di 52.000 predazioni).
Se si rapportano questi dati a quelli delle annate precedenti, si scopre che la situazione si presenta tendenzialmente stabile da parecchi anni. Ciò significa che gli allevatori, tramite un maggiore controllo delle greggi, l'utilizzo di reti elettrificate e di cani da guardiania hanno risposto con efficacia all'emergenza creata dal ritorno del lupo nelle Alpi. I problemi persistono nelle zone di più recente occupazione (vedi le già citate valli Grana e Maira) e per quegli alpeggi i cui conduttori non hanno ritenuto opportuno dotarsi di sistemi di protezione: un dato quanto mai eloquente per la Granda è la concentrazione dei danni a carico di sole tre aziende.
Per incentivare le buone pratiche e per "compensare" in qualche modo i maggiori costi da sostenere per la protezione delle greggi, la Regione ha istituito il Premio di Pascolo Gestito. Nel 2009 sono stati distribuiti 81.645 euro a favore di quei pastori che hanno dimostrato di gestire al meglio gli animali in alpeggio. Questo stanziamento si affianca a quello previsto per il risarcimento dei danni subiti, che per l'annata appena trascorsa ha raggiunto la cifra di 69.145 euro (di cui 52.926 euro in Provincia di Cuneo). Le 110 pagine del Report 2009, a cura dei ricercatori del Progetto Lupo della Regione Piemonte, oltre alla fotografia dell'attuale situazione offrono una sintesi della ricolonizzazione delle Alpi da parte del predatore. Viene descritta l'evoluzione negli anni di ogni singolo branco, si ripercorrono passo dopo passo, grazie ai risultati delle ricerche sul campo e delle analisi di laboratorio, gli spostamenti degli animali in dispersione. Storie affascinanti e spesso tragiche, come quella di "Ligabue", il lupo con radiocollare che partito dall'Appennino parmense è arrivato nelle Alpi Liguri dove è morto per cause mai chiarite, o ancora quella di M100, giovane maschio della Val Casotto finito sotto un'auto in Baviera, dopo un viaggio di oltre cinquecento chilometri.