Pubblichiamo un intervento inviatoci dall’Associazione "Orsa Pro Natura Peligna" di Sulmona.
"…lo spettacolo di questo fiume è un colpo d’occhio raro in Europa; non ha altro superiore rivale che la superba cascata di Terni nel suo genere…(Le gole del Sagittario) offrono nel loro seno lo spettacolo incantatore d’una spumosissima cascata variamente interrotta tra i sassi, che per i suoi schizzi e per l’altezza è superiore di gran lunga a quelle già accennate artificiali…ma la cascata continua in piccoli e variati specchi, volumi, frange, curve e ricurve fino al molino di Castro…le trotte vanno scherzando sott’acqua e i merli di fiume e altri uccelli insediatori per sopra…Ne segue una quarta (cascata) in parte tra tufi la quale è preceduta da molte nappe e cascatelle graziosissime che formano una bella frangia…"
Così Michele Torcia, alla fine del 1700, nel volume "Itinerario Nazionale nel paese dei Peligni", descriveva il fiume Sagittario nel tratto compreso tra Anversa e la diga di Villalago. Dagli anni 20, quando è stata costruito l’invaso e imbrigliata l’acqua per alimentare la centrale idroelettrica di Anversa si sono prosciugati gli alvei e col fiume è sparita tutta la flora e la fauna legate all’acqua.
Oggi che per un guasto alla centrale di Anversa il Sagittario è tornato nel suo alveo naturale è il momento per restituire, alla luce delle recenti normative sulle acque, il deflusso minimo vitale che la normativa prevede obbligatorio dal 2008 in tutta Italia. Con deflusso minimo vitale si intende il rilascio, a valle della diga o dello sbarramento, della quantità di acqua necessaria per permettere al corpo idrico di mantenere vitale il proprio ecosistema per tutta la lunghezza del suo corso.
Il concetto di "deflusso minimo vitale" dei corsi d\'acqua è stato introdotto nel quadro giuridico e trova attuazione nel decreto del Ministero dell’Ambiente del 28 luglio 2004. Il legislatore, nell’art. 22, comma 4, D.Lgs. n. 152/1999, ha previsto che il Ministro dei lavori pubblici, di concerto con gli altri ministri interessati, definisse le linee guida per la predisposizione del bilancio idrico di bacino, comprensive dei criteri per il censimento delle utilizzazioni in atto e per la determinazione del minimo deflusso vitale. A cinque anni di distanza, questo strumento, fondamentale per l’attività delle Autorità di bacino, è stato emanato.
Il D.M. 28 luglio 2004 dà le necessarie indicazioni affinché la definizione dei singoli valori di deflusso minimo vitale sia preceduta da una fase conoscitiva che tiene conto sia degli aspetti naturalistici, sia degli aspetti legati ad attività antropiche.
Orsa Pro Natura Peligna, alla luce di quanto detto, ritiene che si debba cogliere l’occasione della presenza dell’acqua nell’alveo del Sagittario, per avviare o completare, qualora la Regione l’abbia avviata, la fase necessaria per determinare il deflusso minimo vitale necessario al Sagittario per scorrere lungo le Gole omonime fino alle sorgenti di Cavuto e consentire il recupero dell’ecosistema fluviale che la costruzione della diga ha distrutto.
Le conseguenze negative di tale fenomeno sono molteplici e hanno interessato non solo l’ecosistema fluviale montano ma anche l’ambiente e le risorse idriche delle aree di fondo-valle e di pianura ubicate al margine dei rilievi, in termini soprattutto di diminuita capacità di ravvenamento delle falde idriche e di deterioramento ambientale degli alvei e del sistema fluviale nel suo complesso.
Orsa Pro Natura Peligna invita le altre associazioni ambientaliste ad un comune impegno in merito e chiede alle Amministrazioni Comunali interessate, alla Comunità Montana, alla Provincia e alla Regione, per quanto di loro competenza, di cogliere subito l’occasione di restituire all’Abruzzo Regione Verde d’Europa, un biotipo fondamentale che è stato strappato al suo territorio e all’ecosistema del Sagittario e che con la sua rinaturalizzazione offrirà anche nuove occasioni all’economia del turismo verde.