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Il pipistrello nel Parco d’Abruzzo

Il 18 agosto 2006 a Villavallelonga, all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo, sono stati presentati i primi risultati di una ricerca condotta da Danilo Russo dell’Università di Napoli sulla presenza della chirotterofauna nel territorio del Parco.

Lo studio, che procede da cinque anni, ha riportato dati molto significativi. Sono state censite ben venticinque specie sulle trenta presenti in Italia; in particolare nell’area di Villavallelonga è stata identificata la presenza del Vespertilio di Bechstein (Myotis bechsteinii), di cui si erano perse le tracce dagli anni Venti del secolo scorso. Si tratta di una specie che costruisce la propria tana negli alberi marcescenti, molto rara sul territorio nazionale e quasi del tutto sconosciuta per la regione mediterranea.

La presenza del Vespertilio e del Barbastella barbastellus indica l’elevata qualità ambientale della vegetazione forestale nella zona compresa tra Villavallelonga e Pescasseroli, interessata dalla presenza dei piccoli mammiferi protetti dalla Direttiva Habitat 92/43.

Dalle analisi degli escrementi è risultato che un pipistrello mangia ogni notte mille zanzare, che costituiscono il 70% della sua dieta; forse questa funzione di "pesticida naturale" libererà i chirotteri dalla cattiva fama che essi evocano nell’immaginario collettivo.

La ricerca proseguirà nei prossimi anni con lo scopo di documentare le puntuali localizzazioni dei siti arborei di svernamento e riproduzione dei pipistrelli e avrà come prima conseguenza quella di orientare maggiormente le strategie di gestione delle foreste verso la conservazione dei boschi vetusti come quelli della Val Cervara, dove sono stati documentati faggi di 400 e 500 anni di età.

Decima Fiera della Città Possibile

L’Ecoistituto del Veneto Alex Langer, l’associazione VeneziAmbiente e la rete dei Gaia Club organizzano nei giorni 29 e 30 settembre e domenica 1 ottobre a Mestre la decima "Fiera della Città Possibile", che da quest’anno prende il nome di "Gaia". Lo scorso anno la Fiera ha avuto un notevole successo di pubblico, con almeno duemila persone che hanno partecipato alle varie iniziative.

Lo spirito della fiera "Gaia" è quello di far conoscere i tantissimi esempi di buone pratiche e tecnologie sostenibili presenti nel Nord Est, a partire dal Veneto. Negli ultimi anni, infatti, di fronte all’acutizzarsi dei problemi ambientali, locali e globali, sono nate iniziative in molti casi positive e portatrici di speranza. Troppo spesso, però, i cittadini non sanno che alcune scelte nella direzione della sostenibilità sono possibili.

Il programma prevede così due giornate di dibattiti, iniziative culturali e di svago e una terza giornata, quella di domenica 1 ottobre, nella quale saranno allestiti spazi espositivi e di presentazione e vendita da parte di aziende e associazioni. I temi dell’esposizione sono molto ampi: dalle tecnologie solari, alla bioedilizia, dalla mobilità sostenibile all’agricoltura biologica e commercio equo, dall’artigianato all’editoria soprattutto ambientale. Nel pomeriggio della domenica inoltre si svolgeranno degli incontri con esponenti del mondo ambientalista e pacifista, tra i quali Edo Ronchi, già Ministro per l’Ambiente, Rosa Amorevole, coordinatrice nazionale della Rete delle Banche del Tempo, don Albino Bizzotto, dell’associazione Beati i Costruttori di Pace, e Livio Giuliani, esperto nazionale in materia di elettrosmog.

Il programma della Fiera prevede anche la premiazione del concorso nazionale per tesi di laurea dedicato a Laura Conti e del concorso fotografico "Alberi in Città". Non mancheranno poi concerti, spettacoli teatrali, giochi e laboratori per i bambini.

Per partecipare alla Fiera o per avere maggiori informazioni, si può contattare l’Ecoistituto del Veneto al numero 041.935666 o all’indirizzo info@ecoistituto.veneto.it. Il sito web è www.ecoistituto-italia.org.

Amianto l’emergenza non è terminata

Benchè l’Italia, sin dal 1992, abbia proibito l’importazione, l’estrazione e la lavorazione dell’amianto ancora oggi ci coabitiamo: ospedali, treni, immobili, scuole, fabbriche.... Anche una modesta esposizione potrebbe essere pericolosa sia per i lavoratori che per le persone che l’hanno respirato nell’ambiente.

Occorre bonificare l’ambiente e occorre, prima di tutto, affrontare in modo adeguato i tanti drammi delle vittime e dei loro familiari.

Il problema dell’amianto investe pesantemente il futuro del nostro Paese: 1.000.000 sono i lavoratori esposti; 32 milioni le tonnellate presenti (di cui 8 milioni negli ambienti di lavoro), quasi 500 chilogrammi a testa!! 11.000 i nuovi casi di mesotelioma attesi nei prossimi 10 anni; 300.000 i lavoratori che hanno chiesto il riconoscimento di avvenuta esposizione lavorativa (più di 10 anni di contatto con l’amianto); 4000 morti ogni anno da collegarsi a questa fibra killer devono farci riflettere. E’ per questo che "Medicina democratica", movimento di lotta per la salute, ha indetto una raccolta firme per sollecitare il Parlamento ad una rapida discussione ed approvazione della proposta di legge "Disposizioni a favore dei lavoratori e dei cittadini esposti ed ex esposti all’amianto e dei loro famigliari".

Ecco alcuni dei punti più significativi del disegno di legge:

- persone a rischio sono considerate anche coloro che, pur non manipolando l’amianto, ne vengono a contatto per motivi abitativi, familiari o ambientali;

- istituzioni di un Fondo nazionale per la bonifica;

- attivazione dell’opera di bonifica su tutto il territorio nazionale e agevolazioni per l’eliminazione dell’amianto dagli edifici;

- modalità di smaltimento dei rifiuti contenenti amianto;

- realizzazione del Fondo nazionale vittime dell’amianto;

- assicurare agli esposti ed ex esposti amianto gratuitamente attraverso le ASL forme di monitoraggio, di sorveglianza sanitaria e diagnosi precoce per rendere più efficace l’intervento terapeutico;

- estensione dei benefici previdenziali ai soggetti esposti od ex esposti anche per un periodo inferiore ai 10 anni e riapertura con scadenza 31/12/2006 dei termini per il riconoscimento dei benefici previdenziali;

- assistenza legale gratuita agli affetti da malattie causate dall’esposizione all’amianto.

Come sottoscrivere la petizione:

- inviando un messaggio all’indirizzo e-mail petizione@medicinademocratica.org indicando nome, cognome e indirizzo di residenza e riportando "sottoscrivo la petizione ai presidenti di Camera e Senato"

- attraverso il sito www.medicinademocratica.org

Una banale battuta di caccia abbatte “Bruno” l’orso trentino

"E’ incomprensibile e sconcertante la decisione delle autorità bavaresi di eliminare il problema dell’orso bruno attraverso una banale battuta di caccia!" Secco e perentorio il pensiero del Direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, Aldo Di Benedetto. "E pensare che nel nostro territorio, proprio per salvare gli orsi in pericolo di estinzione – continua il Direttore – investiamo risorse finanziarie, mezzi e addestriamo squadre specializzate per il controllo, le eventuali catture e per indennizzare i danni agli agricoltori e allevatori procurati dai plantigradi."

Ricordiamo che l’Ente Parco aveva offerto la propria collaborazione per controllare e catturare l’animale, così come il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e la Provincia di Trento. Tutto inutile! Malauguratamente si è scelta la strada più sbrigativa per eliminare l’animale ritenuto a torto pericoloso. Le ricerche per riportare Jj1 (così veniva identificato l’orso) sul territorio italiano sembravano difficili e faticose, ma, una volta interrotte, l’animale è stato avvistato e con rapidità abbattuto, questa mattina alle 4.50.

"Ma come si può enfatizzare il pericolo quando, proprio in un centro abitato del Parco – prosegue il Direttore – semplici cittadini si sono organizzati in associazioni e offrono la loro collaborazione nel controllo degli spostamenti degli animali?"

Il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise conserva da secoli questi animali. Le catture per installare i radiocollari sono una pratica comune eseguita da squadre specializzate; gli animali vengono seguiti a distanza e le popolazioni vengono costantemente informate e sensibilizzate.

"Abbiamo in corso un progetto di ricerca sui grandi carnivori selvatici, il lupo e l’orso; un progetto – conclude il Direttore – finanziato con fondi pubblici e sponsorizzato persino da privati d’oltre oceano. Facciamo questo perché riteniamo che una società civile debba imparare a convivere con gli animali selvatici che rappresentano un patrimonio di tutta la collettività mondiale."

L’università nel Bosco

L’università nel Bosco ha raggiunto il diciottesimo anno consecutivo di svolgimento e rappresenta una realtà consolidata, a livello nazionale, quale centro di formazione e specializzazione in campo naturalistico-ambientale. La qualità dell’offerta formativa e il riconoscimento di cui viene accreditata l’iniziativa è confortata da questi sintetici risultati:

75 corsi settimanali realizzati;

1.600 circa partecipanti, provenienti da tutte le regioni italiane, che hanno frequentato i corsi, di ogni estrazione professionale;

21 Enti e Associazioni scientifiche che hanno collaborato direttamente alla programmazione didattica;

164 docenti.

L’Università nel Bosco persegue l’obiettivo di sviluppare temi di interesse scientifico, professionale o amatoriale, attraverso le più accreditate ed aggiornate conoscenze tecnico-scientifiche, trattate da esperti di chiara fama in materia.

Il modello didattico adottato prevede esemplificazioni pratiche delle nozioni impartite, la valutazione di casi di studio ed uno scambio diretto di informazioni con i docenti che condividono la stessa struttura logistica dei partecipanti. I corsi sono quindi rivolti a studenti, laureati, professionisti, dipendenti di enti pubblici e a quanti intendono approfondire le proprie conoscenze sulle tematiche naturalistico-ambientali che vengono affrontate nei diversi corsi.

La Riserva Naturale Statale della Gola del Furlo e il rifugio Ca’ I Fabbri.

Indice ai Corsi in programma:

31/07-05/08

07/08-12/08.

07/08-12/08.

21/08-26/08.

28/08-02/09.

04/09-09/09.

11/09-16/09.

Requisiti e modalità di iscrizione.

Il partecipante ha diritto

Come raggiungere la sede dei corsi.

E’ previsto un servizio navetta, il giorno antecedente l’inizio dei corsi (domenica sera), con appuntamento alle 17,30 presso la Stazione Ferroviaria di Pesaro. Il costo per usufruire di tale servizio è di € 20,00 a/r. Per informazioni e iscrizioni: Segreteria de l’Università nel Bosco, Amministrazione Provinciale di Pesaro e Urbino, Servizio Beni ed Attività Ambientali, Agricoltura, Caccia e Pesca, Centro di Educazione Ambientale, Viale Gramsci 4, 61100 Pesaro, tel. 0721.20.80.85, fax 0721.20.90.19 cea@provincia.ps.it a usufruire di vitto (colazione, pranzo,cena e coffee break) e alloggio a partire da domenica sera sino al pranzo del sabato; alloggio presso il rifugio Ca’ I Fabbri: sistemazione in camerate; alloggio presso l’albergo Il Vicariato (3 stelle): camere doppie o triple; monografie sugli argomenti di studio; uso del materiale audiovisivo disponibile; assistenza costante di personale tecnico; assicurazione.Può accedere ai corsi chiunque abbia compiuto 18 anni d’età e sia in possesso di una conoscenza di base delle materie trattate. Per iscriversi è necessario far pervenire alla Segreteria de l’Università nel Bosco, entro e non oltre il termine previsto per ciascun corso, una domanda di iscrizione (anche mediante fax o posta elettronica), corredata da curriculum vitae, che riporti le seguenti informazioni: dati anagrafici, domicilio, recapito telefonico, titolo del corso al quale si intende partecipare. Eventuali domande pervenute oltre i termini potranno essere tenute in considerazione qualora non fosse raggiunto il numero massimo di partecipanti per corso. Ad ogni settimana di corso è ammesso un numero massimo di 24 partecipanti (ai fini dell’ammissione faranno fede il curriculum e la data di spedizione della domanda), ai quali verrà rilasciato un attestato ufficiale di partecipazione. La quota di partecipazione, dovrà essere versata al momento dell’accettazione della domanda che sarà comunicata dalla Segreteria (a mezzo telefono o posta), disponibile anche per ogni tipo di informazione. Ai partecipanti ammessi verrà inviato preventivamente un programma dettagliato dei corsi nonchè le indicazioni utili per la permanenza. Ogni corso si sviluppa attraverso un minimo di 44 ore di attività didattica, a partire da lunedì sino al sabato mattina compreso. La rete natura 2000: status, pianificazione e gestione dei sic (Siti di Interesse Comunitario) e delle zps (Zone di Protezione Speciali). Termine di iscrizione 8 agosto; quota di partecipazione € 300,00. Predatori e predazione. Termine di iscrizione 5 agosto; quota di partecipazione € 300,00. Cinghiale e capriolo: problematiche e criticità gestionali. Termine di iscrizione 2 agosto; quota di partecipazione € 300,00.Il dissesto idrogeologico: analisi e mitigazione dei rischi. Termine di iscrizione 29 luglio; quota di partecipazione € 300,00. I nuovi paesaggi: l’ecologia del paesaggio di fronte alle novità e alle sorprese ambientali. Termine di iscrizione 20 luglio; quota di partecipazione € 350,00. Flora e vegetazione: ruolo ecologico e aspetti funzionali. Termine di iscrizione 20 luglio; quota di partecipazione € 300,00.. Recupero ambientale di versanti in frana con tecniche di ingegneria naturalistica. Termine di iscrizione 15 luglio; quota di partecipazione € 300,00.Il rifugio Ca’ I Fabbri, sede dei corsi, si inserisce nel pregevole contesto naturale della riserva della Gola del Furlo ed è situato al margine di un bosco a circa 750 metri di altitudine, completamente isolato. Struttura spartana ma molto funzionale allo svolgimento dei corsi, dispone di un’aula attrezzata per le lezioni, di sala mensa, cucina per la preparazione dei pasti in loco, due camerate a servizio dei partecipanti e camere per i docenti e lo staff. La settimana di corso rappresenta quindi una totale immersione nella natura dove è possibile condividere con docenti e colleghi provenienti da ogni parte d’Italia, oltre al momento di studio, anche piacevoli momenti di relax.

Cinque nuovi parchi in Puglia

Grande soddisfazione è stata espressa da Federparchi per la recente istituzione di cinque Parchi in Puglia; riportiamo il documento in merito.

 

Nel giro di pochi mesi di attività, la Regione Puglia ha istituito già cinque nuove aree protette regionali (parco delle Gravine, Palude La Vela, Bosco Incoronata, Nardò e Ugento) evidenziando così l’impegno ad una programmazione in materia di conservazione della natura e delle aree naturali protette, attiva ed efficace, basata "sui fatti e non sulle parole".

Federparchi che sta seguendo con molta partecipazione il lavoro dell’amministrazione regionale pugliese, dichiara la propria soddisfazione per i provvedimenti istitutivi dei nuovi parchi, segnale inequivocabile del desiderio di dare seguito ad esigenze e aspettative presenti da lungo tempo nella società pugliese. "Apprezziamo la rapidità con cui sono stati effettuati questi primi atti – sottolinea Matteo Fusilli, presidente Federparchi – confermiamo il nostro appoggio un questa azione di sviluppo e lancio del sistema regionale di aree protette e assicuriamo la disponibilità a collaborare per l’affermazione di un ruolo che la Puglia può proporsi di ricoprire in ambito nazionale per le caratteristiche naturali, storiche e culturali dei propri meravigliosi territori".

Massima solidarietà, dunque, da parte di Federparchi e piena disponibilità a collaborare ad un processo che miri ai migliori risultati.

 

Scritti sulle aree protette

Il prof. Franco Pedrotti, docente nell’università degli Studi di Camerino, ha raccolto in un volume i contributi sulle aree protette (parchi nazionali e regionali, riserve naturali, ecc.) pubblicati dal 1958 ad oggi; sono diversi articoli che hanno visto la luce in sedi molto diverse, in alcuni casi di difficile reperimento, ora ripubblicati per gli iscritti alla Scuola di specializzazione in gestione dell’ambiente naturale e delle aree protette, Laurea specialistica in gestione dell’ambiente naturale e delle aree protette e Master in pianificazione e gestione delle aree protette dell’università di Camerino. Nell’elenco bibliografico sono riportati i titoli dei contributi non inseriti nel volume, fra quelli con un numero di pagine troppo elevato.

I contributi si riferiscono alla maggior parte delle tematiche che riguardano le aree protette e sono una fonte di notizie e di documentazione. Si tratta di relazioni e di interventi presentati a congressi, di ricerche ad hoc, di cronache e di resoconti di attività svolte nelle e per le aree protette; sono state tralasciate tutte le pubblicazioni di carattere prettamente scientifico, in particolare floristico- vegetazionale e ambientale, eseguite nelle aree protette. Sono state tralasciate anche le pubblicazioni che trattano di protezione della natura, flora e vegetazione, di danni ambientali e così via, ad eccezione di alcuni casi che contengono riferimenti alle aree protette.

I principali argomenti trattati sono:

contributi generali sulle aree protette (classificazione, pianificazione e gestione);

aspetti botanici e ambientali della pianificazione;

censimenti di biotopi di interesse vegetazionale e meritevoli di conservazione in Italia;

proposte per un sistema di aree protette sulla catena delle Alpi;

proposte per l’istituzione di sistemi regionali di are protette (Regioni Marche e Umbria), comprese le "aree floristiche protette" e "emergenze botaniche" della Regione Marche;

segnalazione di aree da proteggere;

proposte di istituzione di nuovi parchi (tra cui quelli del Monte Conero e dei Monti Sibillini) e di parchi esterni ( Gruppo delle Mainarde, Parco nazionale d’Abruzzo);

contributi sull’istituzione e sulla gestione della Riserva Naturale di Torricchio;

relazioni presentate a congressi internazionali e nazionali; pianificazione naturalistica di determinati territori, come il bacino imbrifero del Lago Trasimeno, la Valle del Tronto, ecc.;

partecipazione al Piano Paesistico Ambientale Regionale (P.P.A.R.) della Regione Marche;

pianificazione di aree protette (tra cui il Manuale per la zonizzazione dei parchi nazionali eseguito su incarico del Ministro dell’Ambiente);

contributi vari su aree protette italiane e straniere, articoli a carattere prevalentemente descrittivo, presentazioni di libri e altre pubblicazioni.

I contributi qui raccolti rispecchiano i cambiamenti che ci sono stai nella politica delle aree protettein Italia degli anni ’50 fino ad oggi; il lungo periodo di attesa della legge quadro delle aree protette, la sua approvazione e gli anni successivi, che hanno visto l’istituzione di nuovi parchi nazionali e regionali e delle prime riserve naturali. Basti pensare che tutti i biotopi e siti segnalati nei Censimenti del Gruppo per la Conservazione della Natura della Società Botanica Italiana del 1971 e del 1979 (563 per tutta l’Italia), sono ora posti sotto protezione con le forme e modalità diverse (parchi nazionali e regionali, riserve naturali, biotipi protetti, ecc.). Eppure la strada da percorrere per una concreta protezione della natura nelle aree è ancora molto lunga e difficile.

Il volume è edito dalla Temi editrice di Trento, ha 514 pagine e il prezzo di copertina è di 20 euro. Copie, fino all’esaurimento delle disponibilità, possono essere richieste alla Segreteria della Federazione nazionale Pro Natura, che le fornirà al prezzo di 15 euro caduna copia, oltre alle spese di spedizione.

Per un rinnovato sapere delle scienze ambientali

I curatori ringraziano il giornalista Roberto Mostarda per la collaborazione prestata nell’intervista dell’on. Carlo Ripa di Meana, nonché la Fondazione CRT per il sostegno fornito.

Grano Transgenico

Il Consiglio dei Diritti Genetici ha concentrato recentemente la sua attività sulla vicenda del grano transgenico, e in questo senso, insieme ad organizzazioni come Coldiretti, Coop ed altri ha deciso di organizzare il 10 maggio (ricorrenza della decisione della Monsanto di non commercializzare il suo frumento biotech) un convegno in cui presentare i risultati del lavoro e tentare di costruire un collegamento duraturo con gli USA e con il Giappone, dove la questione OGM sta cominciando ad essere oggetto di attenzione. Oltre a ricostruire la vicenda del grano biotech (riassunta nel libro "Grano o Grane", Manni Editori), nel corso del convegno si intende anche riavviare il dibattito sull'intera agenda OGM e sulle criticità che il nuovo governo dovrà affrontare con l'avvio della legislatura, cercando di rendere l'appuntamento un'utile occasione di confronto. La Federazione Pro Natura parteciperà all'incontro con il suo segretario generale, Corrado Maria Daclon.

Per maggiori informazioni www.consigliodirittigenetici.org